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Zuckerberg vuole saltare sul treno Trump. Il peso delle Big Tech nel governo USA

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Il CEO di Meta bussa alla porta del Presidente eletto degli Stati Uniti, invocando un ruolo di peso nella definizione delle politiche tecnologiche del Paese (e non sarebbe l’unico). Continua a crescere il peso di giganti high-tech nelle amministrazioni americane di turno.

Zuckerberg bussa (ancora) alla porta della Casa Bianca

Le grandi aziende tecnologiche come Meta (casa madre di Facebook, Instagram e Whatsapp) di Mark Zuckerberg, Google, Amazon, Apple e Microsoft mantengono stretti rapporti con il Governo degli Stati Uniti, contribuendo a iniziative strategiche in settori chiave come la sicurezza informatica, l’intelligenza artificiale (AI) e la gestione dei dati.

Queste collaborazioni vedono spesso le big tech affiancare il Presidente e altre istituzioni federali in ruoli di consulenza o supporto operativo (ma anche nelle forniture di hardware e software per l’amministrazione federale), consolidando la loro influenza sia a livello economico che politico.

Il loro peso è evidente nella definizione di politiche che impattano l’innovazione e la regolamentazione del settore, ma non solo.

Oggi tutti seguono le vicende del patron di Tesla, il social X, SpaceX, xAI e Neuralink, Elon Musk, voluto dal prossimo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a capo del Dipartimento per l’Efficienza governative (più famoso con il suo acronimo inglese DOGE), ma pochi si dimenticano che da decenni le Big Tech hanno un posto nelle amministrazioni che nel tempo hanno preso posto alla Casa Bianca.

Il CEO di Meta spera in un ruolo di rilievo nella definizione delle politiche tecnologiche

Secondo quanto dichiarato da Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta, in un briefing con i giornalisti, anche Mark Zuckerberg vorrebbe saltare a bordo del treno Trump (e non sarebbe l’unico), con la speranza di svolgere “un ruolo attivo nei dibattiti che ogni amministrazione deve avere per mantenere la leadership americana nella sfera tecnologica“.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, Clegg ha sottolineato il ruolo della politica tecnologica degli Stati Uniti , soprattutto considerando il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale e il suo ruolo sia nella sicurezza informatica che nella competizione globale.

Ha aggiunto che è “estremamente importante date tutte le incertezze geostrategiche in tutto il mondo, e in particolare il ruolo fondamentale che l’intelligenza artificiale svolgerà”.

Al momento Zuckerberg non è ancora entrato nelle grazie del Presidente Trump, ma è stato comunque invitato a visitare il celebre resort Mar-a-Lago della famiglia presidenziale in Florida, in occasione del quale ha dichiarato che per gli Stati Uniti questo è “un momento fondamentale per il futuro dell’innovazione nazionale”.

Zuckerberg e Biden, una relazione complicata

D’altronde, Mark Zuckerberg e Meta hanno avuto relazioni complicate con l’amministrazione Biden (in carica fino al passaggio di consegne ufficiale del 20 gennaio 2025), in particolare riguardo alla moderazione dei contenuti su Facebook e Instagram.

Zuckerberg ha dichiarato che la Casa Bianca ha esercitato pressioni nel 2021 per censurare contenuti legati al COVID-19, inclusi post satirici, secondo quanto raccontato da Fox Business.

Lo stesso CEO ha ammesso che Meta ha seguito alcune richieste provenienti da Washington, ritenendole col senno di poi del tutto sbagliate, sottolineando invece la necessità di resistere a tali pressioni per garantire la libertà di espressione e la neutralità delle piattaforme.

Il peso delle Big Tech nell’amministrazione Biden

Le Big Tech stanno assaltando quindi la Casa Bianca e il suo nuovo inquilino ancora prima dell’insediamento ufficiale? Assolutamente no. Le grandi aziende tecnologiche da anni svolgono ruoli via via crescenti a livello governativo.

Durante l’amministrazione Biden, solo per fare un esempio, diverse Big Tech hanno avuto un ruolo significativo nel plasmare la politica tecnologica e l’innovazione degli Stati Uniti, in particolare Microsoft, Apple, Google e Meta hanno collaborato attivamente con il governo su diversi progetti high-tech.

Apple e Microsoft hanno partecipato attivamente agli impegni volontari per lo sviluppo responsabile dell’AI. Questi accordi, promossi dalla Casa Bianca, mirano a gestire i rischi dell’AI e a garantire trasparenza e sicurezza nelle tecnologie emergenti​

Google e Amazon sono stati fondamentali in iniziative di innovazione digitale, fornendo consulenza e supporto per lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche nazionali. Ad esempio, l’amministrazione ha collaborato con Big Tech per migliorare la sicurezza informatica di software critici attraverso standard elevati imposti ai fornitori federali.

Meta ha partecipato a discussioni sul miglioramento delle piattaforme sociali, affrontando temi come la protezione dei dati, la moderazione dei contenuti e la lotta alla disinformazione.

La Casa Bianca ha anche creato programmi specifici, come l’AI Talent Surge, per attirare esperti di intelligenza artificiale provenienti da aziende tecnologiche nel settore pubblico, migliorando così le capacità governative in aree strategiche.

Il ruolo di giganti tecnologici nelle politiche governative USA

Queste collaborazioni riflettono il ruolo cruciale delle Big Tech nel sostenere gli obiettivi dell’amministrazione di turno, in termini di competitività tecnologica, sicurezza nazionale e diritti digitali, ma evidenziano anche la crescente e inarrestabile influenza che le politiche aziendali hanno su quelle governative in settori ormai considerati da tutti strategici per il futuro di ogni Pease.

Un tipo di influenza che troppo spesso mette in secondo piano gli interessi della nazione e quelli della cittadinanza.

Tornando a Musk. Le critiche principali si sono concentrate sul fatto che l’imprenditore multimiliardario, in un ruolo governativo, potrebbe influenzare politiche che favoriscono direttamente i suoi interessi commerciali.

Per esempio, le normative sui veicoli elettrici (EV) e gli incentivi fiscali per le auto a basse emissioni sono stati considerati aspetti in cui Musk avrebbe potuto esercitare un’influenza indebita. Inoltre, il suo coinvolgimento nella definizione delle politiche per l’intelligenza artificiale solleva dubbi data la sua proprietà di aziende nel settore, come xAI.

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