Oggi alle ore 10 (locali) Mark Zuckerberg sarà audito al Congresso Usa dalla commissione servizi finanziari della Camera, che sta valutando l’impatto che Libra avrebbe sui servizi finanziari. “Libra non sarà lanciata senza il via libera delle Autorità degli Stati Uniti”, il fondatore e ceo di Facebook ribadirà la posizione davanti alla commissione. Lo si apprende dal testo della testimonianza già depositato.
“Voglio essere chiaro, questo non è il tentativo di creare una moneta sovrana”, così Zuckerberg cercherà di rassicurare il Congresso e giustifica il lancio di Libra, (che non è una moneta, né una cryptovaluta né una Blockchain: è un sistema digitale di pagamento estremamente comodo sostenuta principalmente dal dollaro), come un’opportunità “che estenderà la leadership finanziaria americana così come i nostri valori democratici e la supervisione in tutto il mondo”.
La sfida lanciata al Congresso
“Se l’America non si innova, la nostra leadership finanziaria non sarà garantita”, con questi termini il ceo di Facebook cercherà di convincere i parlamentari Usa a dare l’ok a Libra, che Zuckerberg punta a lanciare entro la fine del 2020.
Il social network “non farà parte del lancio del sistema di pagamento Libra, che non avverrà in nessuna parte del mondo senza l’approvazione di tutti i regolatori statunitensi”, dirà Zuckerberg, che si dice pronto a ritardare il lancio del sistema di pagamento “fino a quando non saranno affrontate tutte le preoccupazioni dei regolatori. La politica monetaria è di competenza delle banche centrali, non di Libra”.
Ma le perplessità delle banche centrali sono tante, non a caso da Libra Association sono uscite di recente Visa, Mastercard e PayPal, nonostante Zuckerberg presenti Libra come un rimedio per le disuguaglianze consentendo “l’accesso ai servizi bancari a quel miliardo e settecento milioni di persone (14 milioni solo negli Usa) che non hanno un conto ma possiedono uno smartphone”.