Le prospettive della industry italiana delle Tlc per il 2025, alle prese con un quadro economico complesso e con le stringenti scadenze del PNRR sul fronte del piano Italia 1 Giga. L’ipotesi dello switch-off del rame e il difficile rapporto delle nostre telco con gli Over the Top. Il dibattito su Starlink, in trattativa con il nostro Governo per un ipotetico contratto per la Difesa, i ritardi di diffusione del 5G e della fibra. Le prospettive di mercato alla luce della fusione Fastweb-Vodafone Italia. Il futuro di Tim e Fibercop e il ruolo di Infratel e del 5G in ottica anti digital divide. La situazione di Open Fiber. Le priorità dei piccoli provider nazionali, la richiesta di nuovi voucher per la diffusione della fibra e una quota del PNRR da riservare ai piccoli player. Il quadro europeo, con un occhio di riguardo alla cornice geopolitica dopo le dimissioni di Biden. Ne abbiamo parlato con Giovanni Zorzoni, Presidente dell’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider).
Key4biz. Presidente Zorzoni, il 2024 è stato un anno difficile per le telecomunicazioni italiane. Quali sono le sue previsioni per il 2025?
Giovanni Zorzoni. Rispetto al 2024, è opportuna una distinzione. Per le imprese AIIP si è trattato in realtà di un ulteriore ottimo anno, caratterizzato da una buona crescita sia sul versante cloud, sia su quello dei servizi di accesso ad Internet, con un incremento medio dei ricavi stimato al 22%. Da un lato, abbiamo assistito a un crescente interesse del mercato, verso soluzioni per le aziende di datacenter, cloud e fibra ottica effettivamente italiane, non solo a livello di localizzazione ma anche di controllo; dall’altro, aumenta la domanda presso gli utenti, non solo imprese ma anche consumatori, di soluzioni tecnologiche diversificate, personalizzate e ad alta qualità. Entrambi questi aspetti hanno concorso a premiare gli operatori AIIP.
Key4biz. E sul mercato in generale?
Giovanni Zorzoni. Sul versante invece del mercato generale, e quindi dei più grandi operatori che ancora dominano il mercato, quello trascorso è stato un anno certamente negativo, e non vedo elementi di miglioramento per il 2025. I prezzi nel settore fisso e mobile sono ancora molto bassi, il bluff del 5G è chiaro a tutti (dalle promesse reti mmWave oggi abbiamo solo un LTE rimarchiato 5G, con eventuali e futuri tiepidi miglioramenti delle reti 5G stand-alone, ma sempre su frequenze basse), ed il mercato è ormai saturo di offerte al ribasso, generiche e standardizzate, incapaci di distinguersi a livello qualitativo. Il problema è che questo meccanismo di sfrenata competizione sul prezzo, anche a costo di una insostenibile compressione, se non annullamento, dei margini, rende difficili gli investimenti e si riduce a una visione a brevissimo termine. La conseguenza è quella di paralizzare l’effettiva innovazione e progettualità dei maggiori player, oggi sempre più costretti, di anno in anno, a ‘tirare a campare’.
Key4biz. Un esempio per “tirare a campare” è il “Fair-share”?
Giovanni Zorzoni. Esattamente! Oltre ad elaborare intricate soluzioni finanziarie, la primaria via di sopravvivenza per diversi di questi operatori è quello di recuperare risorse all’esterno. Abbiamo scampato per poco l’emendamento sulla ‘tassa del rame’, dove come Associazione ci siamo impegnati molto, e già si è tornati a parlare del fair-share, o per meglio dire la tassa sul traffico, come se non fosse già stato dimostrato che gli operatori OTT a cui si chiederebbero i soldi hanno investito in modo identico agli operatori. Noi di AIIP siamo totalmente contrari. Agli operatori OTT va chiesto di pagare le tasse in Italia ed in Europa a ragione, non balzelli ingiustificabili a torto.
Key4biz. C’è stato un momento specifico in cui la crisi delle TLC ha cominciato a emergere con maggiore evidenza?
Giovanni Zorzoni. Sì, ci sono stati tre momenti chiave. Il primo, da fine anni 2000, quando TIM abbassava i prezzi del rame ai propri clienti finali e aumentava le velocità, lasciando gli operatori alternativi quasi inabili ad agire con le offerte wholesale del tempo, carissime. Poi, la creazione di Open Fiber da parte del Governo Renzi ha portato, alla fine degli anni 2010, a condizioni di vendita FTTH che hanno schiacciato ulteriormente i costi sul fisso, in particolare nelle aree cosiddette “nere”. Infine, con la fusione WindTre e l’ingresso imposto dall’EU di Iliad, i prezzi del mobile sono collassati a livelli che sono almeno la metà di quelli di tanti Stati europei. Questo ha reso insostenibile il modello di business per molti operatori mainstream e messo in difficoltà anche molti operatori più piccoli.
Key4biz. TIM e Fibercop: qual è la situazione?
Giovanni Zorzoni. Attualmente, non parliamo solo di un ‘gemellaggio siamese’ tra le due aziende, cementato dell’accordo pluridecennale riservato MSA, di cui speriamo di comprendere meglio i dettagli grazie all’Antitrust italiano. C’è molto di più: vediamo una strategia comune che verosimilmente conduce alla riduzione del personale e a misure essenzialmente dettate da necessità di cassa. Fair-share, indicizzazione ISTAT dei canoni, vendita di Sparkle e di altri rami d’azienda. Proposte queste che paiono frutto della natura iperfinanziarizzata di queste società, molto attente ai risultati delle trimestrali anche a scapito del miglioramento di lungo termine.
TIM e FiberCop hanno comunque ancora un patrimonio di grandissimo valore: una forza lavoro con un alto livello di competenza tecnica, professionalità e dedizione; paradossalmente, sono proprio i lavoratori a rischiare di pagare il prezzo di molte scelte strategiche sbagliate. Sarebbe forse stato più saggio mandare l’azienda in concordato e acquisirla a saldo come Stato. Invece, si è scelta la via, forse più facile, dei fondi d’investimento, dai quali sarebbe illogico aspettarsi che privilegino l’interesse sociale e nazionale rispetto al ritorno sull’investimento. Una nota positiva, anche se per ora non formalmente confermata, è quella di una prossima proposta ai concorrenti – finalmente, visto che se ne parla da quasi 3 anni – di un’offerta più conveniente e flessibile su alcune componenti di banda di trasporto, fatto sempre evidenziato da AIIP, molto care. Questa mossa potrebbe rivelarsi la chiave per tornare a crescere sulla rete fissa e recuperare clienti wholesale che in questi anni si sono dati ad altri lidi.
Key4biz. Altri lidi come Open Fiber? Come vede la situazione dell’operatore che gestisce una significativa parte della rete in fibra ottica italiana?
Giovanni Zorzoni. Open Fiber ha un conto economico in sofferenza e obiettivi economici e di copertura difficili da raggiungere sul PNRR, se non si riuscirà ad ottenere più tempo oltre al 2026, cosa che noi auspichiamo per il bene del Paese. Il loro focus dovrebbe concentrarsi sulle aree bianche, dove lo switch off da parte degli operatori alternativi del rame per passare alla fibra ottica BUL potrebbe rilevarsi fondamentale. Ma serve attenzione alla qualità del servizio verso gli operatori medio-piccoli, che rappresentano una fetta importante del mercato delle aree bianche, e uno sforzo importante di miglioramento su delivery e assurance. Ci siamo permessi nel recente passato di dare alcuni suggerimenti per rendere più attrattivi i loro servizi per i nostri associati, molti dei quali sono comunque già clienti, e vedremo se ci saranno sviluppi.
Key4biz. Switch-off del rame e la tassa sul rame: che cosa ne pensa AIIP?
Giovanni Zorzoni. Lo switch-off del rame deve avvenire in modo ponderato ed intelligente: la rete in rame non è usata solo per realizzare singoli collegamenti best-effort per la clientela residenziale, ha anche un uso professionale che spesso funge da backup di reti FTTH già dispiegate. Non si può pensare ad uno switch-off dirigistico senza nemmeno completare un tavolo veramente approfondito delle problematiche in campo: il percorso è iniziato da tempo in AGCOM, va portato a termine. Per AIIP l’unica soluzione è spingere al passaggio alla fibra in modo graduale, attraverso meccanismi identici ai voucher connettività realizzati da Infratel. Abbiamo visto in altri settori che decisioni dall’alto, ad es. nel settore della mobilità elettrica, magari giuste nel principio e negli intendimenti ideali, difficilmente raggiungono il risultato se non ben organizzate, ma anzi distruggono intere filiere, creando danni economici incalcolabili.
Key4biz. Parlando di Infratel e di voucher, a parte la riedizione dei Voucher Azienda che voi chiedete da tempo, non dovevano arrivare i Voucher 2.0 per i privati?
Giovanni Zorzoni. Sì, stiamo attendendo la misura dei voucher 2 per i privati da tempo, il cui avvio dipende chiaramente da una scelta politica, come del resto lo sarà anche riprendere lo strumento dei voucher per le imprese. Ciò in modo da consentire, in modo organico, come dicevo precedentemente, uno switch-off senza scossoni.
Infratel è l’unico autentico operatore wholesale-only italiano, in quanto affitta la propria rete a gestione diretta solo passivamente. Per noi è un baluardo di democrazia e un vanto italiano come lo era l’IRI, e a mio avviso, se mai si dovesse arrivare all’unione tra Fibercop e Open Fiber, dovremmo considerare attentamente l’acquisizione, da parte di Infratel, del ramo d’azienda di Open Fiber che sta gestendo in concessione il BUL, per far sì che lo Stato comunque disponga di una importante rete e di ulteriori professionisti, a prescindere dai privati, anche a tutela delle aziende di telecomunicazioni più piccole.
Key4biz. Fastweb sembra essere uno dei pochi operatori che continua a crescere. Cosa ne pensa del loro futuro?
Giovanni Zorzoni. Fastweb, da due anni non ne faccio segreto ai nostri eventi annuali, è l’unico grande operatore che vedo con prospettive realmente positive. Verticalmente integrato sulla rete fissa, con la fusione con Vodafone avrà accesso a sinergie uniche tra rete mobile e fissa, oltre a soluzioni convergenti che ci possiamo aspettare finalmente innovative, non solo verso il retail ma auspicabilmente anche verso il mercato wholesale. Questo lo posiziona come un attore chiave per i prossimi anni. Fastweb, nonostante sia un’azienda dimensionalmente grande, ha caratteristiche molto simili alle PMI della nostra Associazione: per tale ragione ha sempre avuto eccellenti rapporti con gli operatori AIIP valorizzando le loro reti territoriali e i relativi servizi di alta qualità, spesso erogati in sinergia ai clienti finali; ha inoltre un team di professionisti di alta qualità, veloce, dinamico e molto motivato. Se Fastweb saprà conservare il suo spirito anche dopo l’integrazione con Vodafone, ovvero imporre la cultura aziendale Fastweb in Vodafone, sarà inarrestabile e potremmo assistere a un suo significativo rafforzamento nella fascia alta del mercato.
Key4biz. Si è parlato molto di Starlink come soluzione per il digital divide. È davvero una tecnologia utile per l’Italia?
Giovanni Zorzoni. Starlink è una tecnologia affascinante e ha ambiti di utilità in contesti estremi, come le case sparse più isolate, la connettività in mare aperto o per scopi militari a compendio di altre tecnologie, ma a mio avviso non è una soluzione strutturale per l’ultrabroadband nazionale. Non solo manca delle caratteristiche di un’infrastruttura sovrana e sicura, sia attivamente che passivamente, ma utilizza anche una tecnologia di dubbia compatibilità con il problema ambientale. Malgrado i grandi progressi raggiunti nei lanci spaziali, che rendono Space X unica, i ripetuti lanci in orbita per installare, sviluppare e mantenere una costellazione di satelliti sono un’attività tutt’altro che green, per non parlare della proliferazione dei detriti spaziali che sono già 130 milioni (andando avanti così, tra 20 anni non riusciremo più a inviare nessun satellite attorno alla terra, senza una soluzione per la pulizia). Inoltre, non risulta ad oggi effettivamente compliant con gli standard VHCN richiesti dal PNRR, né con tutti gli obblighi di legge per gli ISP che operano in Italia (Piracy Shield, assistenza tecnica telefonica gratuita, ecc.), quest’ultimo aspetto a mio avviso molto preoccupante visto che l’azienda vende attivamente ai clienti finali nel nostro paese già da tempo. Starlink può servire come soluzione temporanea o di backup in certi scenari, ma il futuro dell’Italia e dell’Europa è nella fibra ottica, la rete che supporta ogni altra rete, incluso il backhaul di Starlink stesso. Un investimento in fibra si traduce in lavoro per maestranze italiane nella creazione della rete e nella manutenzione; tali asset rimangono proprietà dello Stato o di aziende italiane, mantenendosi sul territorio nazionale e quindi facilmente asservibili agli interessi nazionali. Al contrario, investire in reti satellitari estere non è un vero investimento, ma – seppur legittimo – l’acquisto di un servizio.
Key4biz. Come le sembra indirizzata la politica europea e quali sviluppi sulla regolamentazione?
Giovanni Zorzoni. Siamo alla prova del nove. Una parte importante della nomenclatura europea ci sta dicendo, in pratica, che la soluzione a tutti i problemi sarebbe imitare l’approccio statunitense: creare campioni (paneuropei) sostenuti dalla “nostra” finanza francese e, in parte, spagnola. Il tutto mentre, paradossalmente, il presidente Biden chiude il suo mandato denunciando proprio l’iperfinanziarizzazione e gli oligopoli economici, che negli Stati Uniti però sono cresciuti enormemente durante la sua amministrazione, come del resto negli ultimi vent’anni.
Queste proposte europee evidenziano anche la crisi del modello tedesco e del suo soft-power in Commissione, basato sull’economia familiare, molto simile a quello italiano, e ugualmente schiacciato dalle scelte del mondo finanziario. Continuando su questa strada, spingendo per deregolamentazioni che favoriscano concentrazioni e riducano la concorrenza, si rischia seriamente di compromettere non solo l’economia, ma la sopravvivenza stessa degli ideali europei e dell’Unione.
Stiamo lavorando con forza, anche attraverso la nostra importante rappresentanza europea, per difendere il modello originale dei padri costituenti europei, che consideriamo genuinamente democratico: quello delle aziende produttive, dell’industria diffusa, delle PMI e dell’imprenditorialità anche familiare, sul modello italo-tedesco.
Key4biz. AIIP ha proposte per affrontare il digital divide nelle aree meno servite?
Giovanni Zorzoni. Sì, proponiamo la creazione di una rete 5G federata, gestita dagli operatori locali. Sono loro che conoscono meglio le esigenze dei territori e possono intervenire con maggiore efficacia: ci sono tantissime frequenze punto-multipunto non utilizzate che si dovrebbero rendere disponibili a questo uso, serve solo la volontà politica.
Inoltre, chiediamo che una parte significativa dei fondi residuali del PNRR per le telecomunicazioni, almeno il 20-25%, sia accessibile anche ai piccoli operatori, per indire nuovi bandi per la creazione di reti in fibra ottica con lotti a dimensione provinciale dedicate ai civici recentemente esclusi dal piano.
Abbiamo anche in serbo un progetto specifico per il Digital Farming, che presenteremo a breve e chiediamo il rilancio dei Voucher Infratel per spingere in modo naturale le aziende e i clienti residenziali allo switch-off verso la fibra ottica.
Key4biz. AIIP festeggia 30 anni: siete la prima e più “antica” Associazione di categoria.
Giovanni Zorzoni. AIIP, l’Associazione Italiana Internet Provider, nata nel lontano 1995, celebra quest’anno il suo 30° anniversario, un traguardo che rappresenta non solo la longevità della nostra organizzazione, ma anche la storia dell’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Italia. Per celebrare questo importante anniversario, AIIP ha organizzato due eventi di grande rilievo a Roma: l’8 maggio 2025, presso Palazzo Brancaccio, si terrà una cena istituzionale, una serata speciale per rivivere la nostra storia, ripercorrere le battaglie che hanno segnato il nostro percorso e celebrare i risultati raggiunti, con la partecipazione di tutti i presidenti passati dell’Associazione, delle principali Autorità di settore e di figure chiave dell’industria, per riflettere sullo stato attuale del mercato e discutere strategie per migliorare il contesto italiano delle telecomunicazioni; il 29 maggio 2025, sempre a Roma, si svolgerà il consueto convegno annuale, durante il quale presenteremo una retrospettiva dei 30 anni di attività, sottolineando come il nostro passato possa fornire insegnamenti preziosi per affrontare le sfide future, in un momento di confronto costruttivo con istituzioni e attori principali del settore per delineare insieme il futuro delle telecomunicazioni italiane. Non è solo il compleanno della nostra Associazione, ma sono 30 anni di crescita dell’Internet italiana. Dal primo punto di interscambio ai grandi successi ottenuti grazie alla collaborazione con le Autorità di settore, abbiamo contribuito a costruire le fondamenta di un mercato dinamico e competitivo. Il nostro lavoro ha permesso a molti operatori di raggiungere importanti traguardi, di nascere e prosperare in un ecosistema sempre più evoluto.