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Xi Jinping, disgelo con Biden anche in nome dell’Intelligenza Artificiale

President Joe Biden greets and poses for a photo with Chinese President Xi Jingping ahead of their bilateral meeting, Monday, November 14, 2022, at the Mulia Resort in Bali, Indonesia. (Official White House Photo by Adam Schultz) More: Original public domain image from Flickr

Alla fine l’incontro fra il presidente americano Joe Biden e il leader maximo cinese Xi Jinping a San Francisco c’è stato ed è andato bene. In un clima di disgelo i due presidenti hanno di fatto lanciato il dardo verso una nuova era di pace. Tutti i muri sono caduti? Di certo Biden ha parlato di “progressi concreti” e questo è un primo passo importante, dopo un colloquio di 4 ore a margine del summit APEC (Asia Pacific Economic Coopoeraton) con il collega cinese e la stipula di una serie di accordi, che vanno dalla ripresa delle comunicazioni militari e personali interrotte dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan nell’agosto del 2022, al fentanyl.

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Buone notizie per lo sviluppo dell’AI

Ma di certo l’annuncio di un gruppo di lavoro congiunto e la cooperazione per lo sviluppo comune dell’Intelligenza Artificiale, il tema più caldo sul tavolo insieme al quadro geopolitico alquanto complicato da due guerre in atto, è un passo concreto e importante per superare le divergenze e guardare ad una nuova fase sul fronte tecnologico.

Xi Jinping ‘Cina amica degli Usa’

Basta ostruzionismi digitali, questa la speranza condivisa da molti osservatori alla luce dell’incontro in terra americana di un Xi Jinping che ha fatto molto per cambiare registro nei confronti dell’eterno rivale, arrivando a dire che “la Cina è pronta ad essere partner e amica degli Usa”. Basta guerra fredda e basta conflitti, ha detto il presidente cinese, aggiungendo che vuole invitare 50mila studenti americani in Cina nei prossimi 5 anni e riprendere i programmi di scambio con gli Usa.

Distanze su Taiwan

E’ vero, restano le distanze su Taiwan. Biden ha poi chiesto alla Cina di intercedere nei confronti dell’Iran, che sostiene Hamas, e di esortarlo a evitare passi che potrebbero essere visti come provocatori. E ancora ha chiesto di intervenire per bloccare l’esportazione di fentanyl.

Xi Jinping, ovazione dal mondo del business

La cronaca spiccia racconta che l’élite del mondo del business ha accolto Xi Jinping con una standing ovation al dinner organizzato in suo onore all’Hyatt Regency di San Francisco.

 La Cina è un grande mercato e un amico, ha detto il presidente cinese per la gioia dei commensali, fra cui spiccano nomi eccellenti come Elon Musk di Tesla e X e SpaceX, Tim Cook di Apple Albert Bourla di Pfizer.

Tutti desiderosi di vendere più auto, più iPhone e medicine nel secondo mercato globale del mondo.

I due presidenti hanno concordato di riavviare le comunicazioni militari e di istituire un gruppo di lavoro antidroga per contrastare il traffico di fentanil negli Stati Uniti, ma sono partiti con una serie di questioni irrisolte, in particolare le tensioni su Taiwan, che la Cina rivendica come parte del suo territorio.

Equilibrio inevitabile

“Entrambi i paesi sono troppo importanti per l’ordine mondiale globale per non trovare un equilibrio, anche se tale equilibrio cambierà”. Shi Yinhong, esperto di relazioni USA-Cina presso la Renmin University of China, ha affermato che la preoccupazione di entrambi i governi per la sicurezza nazionale porrebbe un limite alle relazioni. “Se gli interessi economici entrano in conflitto con la sicurezza nazionale, la sicurezza nazionale avrà senza dubbio la precedenza”, ha affermato Shi.

Ma la domanda chiave l’ha fatta Xi ai business leader a San Francisco: “La domanda numero uno per noi è: siamo avversari o partner?” Se gli Stati Uniti e la Cina si vedono come rivali, ha avvertito, “ciò porterà solo a politiche disinformate, azioni fuorvianti e risultati indesiderati”.

L’incidente diplomatico

L’incidente diplomatico è giunto quanto il presidente Biden, in conferenza stampa dopo il faccia faccia, ha definito Xi Jinping “un dittatore” nel senso che è colui che è alla guida di un paese “comunista”.

 La Cina ha contestato la descrizione di “dittatore”, definendola “estremamente sbagliata”. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha osservato che “questo tipo di discorso è estremamente sbagliato ed è una manipolazione politica irresponsabile. La Cina si oppone con fermezza”. Sul punto, “devo sottolineare che ci sono sempre alcune persone con secondi fini che tentano di seminare discordia e rovinare le relazioni tra Cina e Usa, e anche questo non avrà successo”, ha aggiunto Mao. Biden ha espresso i suoi commenti dopo il summit con Xi a San Francisco.

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