L'operazione

Xavier Niel, patron di Iliad, entra nel Cda di ByteDance (TikTok)

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Xavier Niel, fondatore di Iliad, è entrato nel Consiglio di amministrazione del gruppo cinese ByteDance, proprietario di TikTok, che esprime soddisfazione per la decisione del magnate francese.

Xavier Niel, fondatore di Iliad, è entrato nel Consiglio di amministrazione del gruppo cinese ByteDance, proprietario di TikTok, che esprime soddisfazione per la decisione del magnate francese.

“Continueremo a rafforzare la diversità di competenze e competenze all’interno del nostro consiglio di amministrazione per salvaguardare gli interessi della società e di tutti gli azionisti”, ha detto un portavoce di TikTok.

Cda di 5 membri

Il miliardario francese entra a far parte di un consiglio di amministrazione guidato dal Ceo e cofondatore cinese di ByteDance Rubo Liang e composto da cinque membri, tra cui gli uomini d’affari americani Arthur Dantchik e William E. Ford e l’imprenditore cinese Neil Shen, come dettagliato sul sito web del gruppo.

Xavier Niel sostituirebbe Philippe Laffont, fondatore del fondo d’investimento Coatue Management, secondo il media specializzato Numerama.

TikTok, più di un miliardo di utenti nel mondo

Il magnate francese delle telecomunicazioni potrà così partecipare ai voti e alle decisioni strategiche di ByteDance, la cui popolare applicazione TikTok conta più di un miliardo di utenti in tutto il mondo.

Negli Stati Uniti, dove conta almeno 170 milioni di follower, tra cui un’elevata percentuale di adolescenti e giovani adulti, TikTok è minacciato di divieto, con il governo americano che fa riferimento ai timori per la sicurezza nazionale.

TikTok sta inoltre affrontando una denuncia da parte del Dipartimento di Giustizia americano che l’accusa di violazione delle leggi che tutelano la privacy dei minori.

La piattaforma ByteDance è sotto stretta osservazione anche nell’Unione Europea, dove ha rimosso definitivamente dall’applicazione TikTok Lite una funzione che premiava la visione di video, dopo l’apertura di un’indagine da parte di Bruxelles su “gravi rischi per la salute mentale degli utenti”.

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