La televisione è senza dubbio un medium sociale: la gente la guarda insieme alla famiglia, agli amici, nella stessa stanza o in compagnia dei social network su tablet, smartphone e laptop.
Oggi per celebrare la Giornata Mondiale della Televisione, indetta dall’Onu, i broadcaster europei hanno messo insieme le loro statistiche per fornire nuovi dati su come tv e social si completano a vicenda.
Per l’EGTA (Associazione europea delle concessionarie di pubblicità televisiva e radiofonica), che promuove questa iniziativa, “Non è una celebrazione senza valore. Infatti anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite ritiene che la televisione sia sempre il mezzo più efficace per informare, intrattenere, educare e formare una cultura civile positiva: un ‘social medium’”.
“Per questo motivo – si legge nella nota dell’EGTA – la televisione costituisce un’opportunità eccellente anche per la comunicazione pubblicitaria. Ecco il valore della celebrazione, esteso naturalmente a tutti i nostri mercati, ai mondi dell’industria, del commercio e dei servizi, nel contesto di innovazione comportamentale e tecnologica che la nostra società sta attraversando”.
Le cifre raccolte ci parlano dell’ormai diffusa attività in molti Paesi del multi-screening, dei sempre più diffusi commenti online su ciò che si guarda sul piccolo schermo e di come il second-screen connesso a internet possa offrire nuove opportunità per gli inserzionisti.
Per celebrare questa giornata, i telespettatori sono stati invitati a indicare i ‘best moment’ del piccolo schermo e a condividerli sui social network con l’hashtag #WeloveTV e #WorldTVDay.
Le emittenti locali raccoglieranno i contributi inviati ai loro siti web ma anche alle loro pagine Facebook e account Twitter con l’obiettivo di realizzare un video nuovo che potrebbe avere come titolo “You Love Tv“ (Video a piè di pagina).
Ma veniamo ai dati raccolti dai broadcaster europei.
- Nelle ore di punta, nel Regno Unito il 74% dichiara di collegarsi a internet con un dispositivo mobile quando in Tv passa la pubblicità e sono poche le differenze per età, sesso ed estrazione sociale (Craft/Thinkbox ‘Screen Life: TV advertising everywhere’, 2014);
- Eventi sportivi e reality show generano il maggior numero di commenti sui social. L’edizione 2014 dei BRIT Awards in UK ha prodotto 4,2 milioni di tweet;
- Il 42% degli spettatori francesi tra i 15 e i 60 anni si è collegato su un programma tv attraverso un social network (OmnicomMediaGroup/ Mesagraph – Social Télévision);
- Il 37% degli svizzeri reputa ‘normale’ e ‘luogo comune’ usare internet mentre si guarda la tv (Publisuisse, ‘Media du Future 2017’);
- In Spagna il 62% delle persone ha affermato nel 2013 di usare un second-screen mentre è davanti al televisore, una percentuale in salita dell’11% rispetto all’anno precedente (Televidente 2.0, 2013);
- In Svezia, il 55% degli spettatori usa un dispositivo mobile mentre guarda la tv (MMS Moving Images 2014:1);
- In Polonia il 33% si dedica al multi-screening e quasi la metà (49%) lo fa per approfondire su internet ciò che si sta guardando in tv (Millward Brown ‘AdReaction 2014’).
Nuove opportunità per i brand
- Nel Regno Unito si rileva che il multi-screening non influisce sugli annunci pubblicitari (Craft/Thinkbox ‘Screen Life: TV advertising everywhere’, 2014);
- In Spagna il 30% degli utenti delle piattaforme sociali commenta le pubblicità televisive (Televidente 2.0, 2013);
- In Svizzera, il 16% delle persone che si dedicano al multi-screening dice d’essere alla ricerca di ulteriori informazioni su marchi e prodotti che hanno visto in Tv, (Publisuisse, Media du Future 2017);
- Stando a una ricerca condotta da Thinkbox nel Regno Unito, le persone che usano un second-screen sono meno propense a cambiare canale o a spostarsi dalla tv durante gli spot. L’81% degli spettatori multi-screening resta, infatti, davanti al piccolo schermo durante i break contro il 72% di quelli che non ce l’hanno (‘Screen Life: the view from the sofa’, Thinkbox/Cog Research, 2012).
La tv resta il primo schermo
A dispetto dei dati che mostrano chiaramente il diffondersi della pratica del multi-screening, il televisore resta lo schermo principale. Lo Studio di Thinbox condotto nel Regno Unito evidenzia che la Tv resta un elemento fortemente aggregante per le famiglie.
E sempre nel Regno Unito la pubblicità televisiva genera il 51% delle conversazioni sui brand (D2D/Keller Fay/Thinkbox ‘POETIC’, 2013).
I giovani sono quelli più propensi a commentare sui social media ciò che vedono in Tv. In Francia lo fa l’8,5% dei ragazzi con più di 15 anni.
In Spagna quasi il 30% degli utenti delle reti sociali postano commenti sugli spot visti in tv (Televidente 2.0, 2013).
Il 28% dei francesi dichiara di aver visto un programma in tv dopo aver letto su internet i commenti collegati. Percentuale che sale al 40% tra gli under-35 (L’Argus de la presse, Ipsos-Steria et Aura Mundi, 2014).