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World IP Day in Italia, ‘Tutela dei contenuti, professioniste dell’audiovisivo ed educazione al valore del copyright’

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Si è tenuto a Roma l’evento italiano del World IP Day organizzato da FAPAV in collaborazione con Associazione Civita. Tema di quest’anno “Donne dell’industria audiovisiva tra innovazione e creatività”.

A Roma, FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali – in collaborazione con Associazione Civita ha organizzato l’evento italiano per il World IP Day, dal titolo: “Powering change: donne nell’industria audiovisiva tra innovazione e creatività”.

L’incontro che si è svolto ieri, presso la sede dell’Associazione Civita, ha celebrato la genialità, la curiosità ed il coraggio delle donne che guidano il cambiamento nel nostro mondo, in occasione del “World Intellectual Property Day”, la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale.

L’appuntamento ha avuto un focus sulla Proprietà Intellettuale e l’eccellenza ed il ruolo delle donne nel mondo dell’audiovisivo, ed ha visto l’intervento di diversi rappresentanti dell’industria audiovisiva, docenti, giuristi, imprenditori e professionisti del mondo dello spettacolo.

Federico Bagnoli Rossi – Segretario Generale FAPAV – ha aperto i lavori: “Sono molto orgoglioso di questa iniziativa, che FAPAV organizza ormai da quattro anni. Quest’anno Wipo, per la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale, ha scelto un tema molto rilevante e attuale perché pone l’accento sull’importante lavoro svolto dalle donne nel mondo in tutti settori”. Il Segretario Generale di FAPAV ha focalizzato il suo intervento sull’importanza della difesa della Proprietà Intellettuale e del Diritto d’Autore nel nostro Paese, e su come FAPAV se ne occupi in maniera centrale:

“L’industria audiovisiva è importantissima per la nostra nazione. Un settore capace di generare un fatturato di 14 miliardi di euro all’anno, dà lavoro a 180mila persone. La nostra Federazione ha come obiettivo la tutela dei contenuti audiovisivi a salvaguardia dell’intera filiera, svolgendo attività di enforcement contro la pirateria, promuovendo studi sul tema e attività di comunicazione e sensibilizzazione nei confronti anche delle nuove generazioni. Lo scorso giugno abbiamo presentato il nuovo studio sulla pirateria audiovisiva in Italia, realizzato da IPSOS, e abbiamo voluto stimare a quanto ammonta la perdita del fatturato di tutti i settori economici italiano a causa della pirateria: 1,2 miliardi di euro con oltre 6500 posti di lavoro.

“L’Italia ha a disposizione degli eccellenti strumenti di tutela della Proprietà Intellettuale ma non basta”, ha aggiunto il Segretario Generale FAPAV, “Da una parte l’industria deve continuare a venire incontro alle esigenze degli spettatori, rafforzando ed ampliando l’offerta legale, d’altra parte bisogna aggiornare gli strumenti attuali a tutela dei contenuti, collaborando anche maggiormente con magistrati e magistratura. Anche a livello europeo sarà importante ragionare insieme a tutti i player in vista del Mercato Unico Digitale, che avrà delle conseguenze importanti in tutti i Paesi”.

“A livello nazionale, invece, una priorità è costituita dal fenomeno del camcording, poiché è fondamentale andare a rivedere l’impianto legislativo che regola tale reato. Tali registrazioni illecite costituiscono la fonte primaria della pirateria e secondo la normativa vigente il camcording è trattato come un illecito amministrativo ma vista la gravità del fenomeno sarebbe opportuno prevedere una sanzione penale”.

“Inoltre, uno dei temi da non sottovalutare è la comunicazione fatta con gli utenti. E’ molto importante insistere anche su questo punto poichè in ballo il futuro della nostra industria e di tutti coloro che vogliono lavorare in questo settore”, ha concluso Bagnoli Rossi.

Successivamente Luisa Todini, Presidente Steering Committee Progetto GROW, Luiss Business School nel suo Keynote Speech ha sottolineato:

Nell’industria cinematografica, solo il 25% dei registi è donna e solo il 32% ricopre ruoli Senior. Questi dati allarmanti ci portano ad investire nella parità di genere. Grazie a Luiss abbiamo sviluppato il progetto Grow (Generating Real Opportunities for Women) che ha l’obiettivo di promuovere, sostenere e migliorare lo sviluppo personale e professionale delle studentesse con particolare attenzione all’inserimento nel mondo del lavoro e alla promozione della carriera professionale”.

“Il progetto ha cercato di dedicarsi a degli aspetti di carattere concreto, ha aggiunto Todini, “come quello finalizzato al raggiungimento di posizioni di vertice in aziende e altre organizzazioni da parte delle nostre studentesse. Investire e supportare organizzazioni e università serve ma non basta, ha concluso. A volte è proprio un fattore culturale, che uomini e specialmente le donne devono cambiare. Le priorità strategiche del settore si dovrebbero sviluppare su questi pilastri: Gender equality, promozione di prospettive, promozione per la parità di genere.

Subito dopo, la parola è passata alla professioniste rappresentanti della filiera dell’audiovisivo. Al tavolo moderato da Fabia Bettini, Direttore artistico Alice nella Città, hanno preso parte Barbara Bettelli, avvocato e socio fondatore BeLaw; Piera Detassis, Direttore di CIAK e Presidente Accademia del cinema italiano Premi David di Donatello; Simona Ercolani, Founder & CEO Stand by me; Anna Foglietta, attrice; Barbara Salabè, Presidente e AD Warner Bros. Ent. Italia.

Ricordando il valore della Proprietà Intellettuale, Barbara Bettelli, avvocato e socio fondatore BeLaw, spiega come si può migliorare in Europa: “In Europa si sta facendo tanto. Ma la conservazione del valore è fondamentale per la crescita dell’intero settore. I problemi dell’audiovisivo sono nel creare valori assoluti che siano di un’opera o di un processo creativo. Il mondo dell’industria sta cambiando velocemente, quindi la creazione del valore va visto con occhi nuovi”. 

Dopo l’intervento di Barbara Bertelli, è stata la volta di Piera Detassis, Direttore di CIAK e Presidente Accademia del cinema italiano Premi David di Donatello, intervenuta sul ruolo delle donne nel cinema.

“Le registe sono le grandi assenti nel mondo del cinema, perché il ruolo della regia è spesso associato all’universo maschile”, ha spiegato Detassis. “Sicuramente la risposta si trova per una questione di quote mancate, ma anche per una questione storica. 

“Nel 2000 i film distribuiti e diretti da registe donne in Italia sono stati solo 8, nel 2017 la punta massima è stata di 15 film. Questo vuol dire che una intera voce, un intero universo non è rappresentato. Sicuramente la situazione sta un pò cambiando, quest’anno avevamo due donne italiane a Cannes. Il problema reale sta nell’accettare di gestire il potere e imporsi. Bisogna trasformare questa paura per dimenticare la perfezione a cui le donne sono associate e abituarle al coraggio. Dico questo alle donne, di essere imperfette ed essere coraggiose”.

La pensa così anche Barbara Salabè, Presidente e AD Warner Bros. Ent. Italia: “Bisogna avere consapevolezza di quello che è successo negli ultimi 40 anni, dove la scalata delle donne nella nostra società è stata fortissima. Se si pensa che abbiamo avuto il diritto di voto nel 1946 e la legge sull’aborto nel 1970, si sono fatti davvero dei passi da gigante. Abbiamo però ancora parlato poco degli uomini e della loro sensibilizzazione al riguardo. Per andare avanti e per eliminare completamente il Gender Gap, non c’è altra strada delle quote rose”. Secondo Salabè “le quote sicuramente, permettono alle donne di arrivare ad occupare posizioni elevate e solo con donne in tali posizioni si possono abbattere alcuni dei problemi di cui abbiamo parlato e che caratterizzano la disparità di genere: le disparità salariali, maternità e carriera, capacità di far crescere donne in ruoli dirigenziali, il Sexual harassment”.

Sul tema della Proprietà Intellettuale, Barbara Salabè ha invitato gli studenti presenti a fare proselitismo tra di loro, per tutelare quell’industria nella quale ambiscono a lavorare. “Se metà del pubblico non paga per un determinato film, questo restringe il mercato e riduce la creatività. La pirateria, nel mondo, ha le stesse quote che ha l’evasione fiscale. È un problema culturale”.

Dopo la visione di alcuni video prodotti e realizzati sul tema dagli studenti della LUISS Business School, presenti all’evento, ha preso parola l’attrice Anna Foglietta:

“La consapevolezza di essere stata una donna libera mi ha portato ad avere la carriera che ho fatto. Non ho mai ceduto a nessun tipo di clichè, nessun compromesso. I miei personaggi li ho scelti in base alla mia libertà, ho interpretato ruoli fuori dagli schemi, con la consapevolezza di affrontare il rischio.

“Proprio da li”, ha aggiunto l’attrice, “ho iniziato a pensare che ogni donna che portavo in scena doveva essere una donna rivoluzionaria e libera. Si dalla mia esperienza professionale si può essere donne libere anche sul set.”

L’ultima parola del panel è stata affidata a Simona Ercolani, Founder & CEO Stand by me, che ha spiegato il difficile rapporto tra donne e televisione:

“Nei format televisivi le donne hanno sicuramente difficoltà, anche se da qualche tempo in Italia qualcosa sta cambiando. Daria Bignardi è diventata direttrice di Rai 3, Maria De Filippi, da conduttrice è diventata produttrice dei suoi programmi. La strada è stata fatta ma c’è ancora molto da migliorare”. 

“Sicuramente le quote possono portare miglioramenti, ma ci sono tanti altri aspetti da tenere conto. La collaborazione tra donne con iniziative come questa, ad esempio, sono un ottimo spunto per gettare la basi, ma bisogna rivendicare i propri diritti. Inoltre bisogna cominciare a raccontare eroine, per produrre un immaginario in cui le donne svolgono un ruolo da leader, solo in questo modo si crea un mondo in cui le future donne si possono ispirare.”

Le conclusioni sono state affidate a Nicola Maccanico, Segretario Generale Associazione Civita.

“Solamente negli ultimi anni l’uomo ha capito che le donne meritano spazio nel mondo del lavoro diventando anche nostre competitor. I ragazzi delle nuove generazioni devono capire che la battaglia dell’uguaglianza è affrontare il valore della diversità intesa come complementarietà. Dobbiamo entrare in un mondo in cui questa diversità diventi un valore anche nell’industria audiovisiva”.

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