RIVEDI LA SESSIONE CON L’INTERVENTO DI DONALD TRUMP
L’età dell’Oro americana
A Davos, al World Economic Forum, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non ci è andato di persona, ma si è presentato in video. Un fiume in piena il suo intervento, tutto centrato su quanto già fatto in soli tre giorni, sui tanti ordini esecutivi già firmati e sul molto altro che presto realizzerà.
“È la nostra età dell’Oro” ha subito chiarito in diretta live con Davos, illustrando alla platea svizzera gremita di imprenditori e professionisti, quanto il nuovo corso americano inciderà sul futuro del Pianeta e sul vecchio continente.
Con l’Europa non è stato tenero, è bene precisarlo subito. Ha raccontato di una sua esperienza in Irlanda, dove per avviare un suo progetto ci ha messo solo una settimana per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie.
Ma è stato fortunato, perché in un qualsiasi altro Paese dell’Unione europea ci avrebbe impiegato 5 o 6 anni, una cosa impensabile, insostenibile.
Lui, ci tiene a ricordarlo, è il Presidente della deregolamentazione e il suo motto è sempre lo stesso: “per ogni nuova regola, eliminare dieci regole”.
Europa “tutte tasse e burocrazia“, “scorretta con Meta, Apple e Google“
L’Europa ai suoi occhi è un continente inospitale, “tutte tasse e burocrazia”, troppe regole e fisco ‘unfair’, soprattutto verso le imprese americane e fa i nomi di Meta, Apple e Google, ad esempio, a suo dire vittime di Bruxelles: “Che è stata scorretta”.
Ovviamente, monta subito un confronto diretto tra Unione europea e Stati Uniti d’America, proprio sul terreno della tassazione: “Noi invitiamo le imprese europee a venire a produrre da noi, dove la tassazione è amica, perché è questo il modo giusto di creare impresa e nuovi posti di lavoro”.
“È una vostra scelta – ha precisato Trump – se non lo farete, pagherete i dazi che faranno fluire miliardi, anzi trilioni di dollari nelle nostre casse”. “Guardate all’’Arabia Saudita, investirà 600 miliardi negli Stati Uniti“, ha precisato.
E poi ancora, “l’Europa ci ha trattato molto male, farò qualcosa in merito al nostra deficit commerciale con l’Ue“.
L’attacco al Green New Deal
Sul Green New Deal (chiamato sempre da Trump ‘Green New Scam’) non la manda a dire: “Un imbroglio, una stupidaggine messa in piedi da studenti incapaci che non sanno nulla di energia”.
“L’industria green è un imbroglio. Lasceremo che la gente compri le auto che vuole“, ha proseguito Trump. “Chiederò che i tassi di interesse calino. Dovrebbero calare un tutto il mondo“. Poi sul caro-petrolio, “Chiederò all’Opec e a Riad di abbassare i prezzi“.
America capitale mondiale dell’AI e delle criptovalute
E sempre a proposito di energia, rilancia i suoi piani di libera perforazione (lo slogan repubblicano del 2008: “Drill, baby, drill“) di ogni territorio, con sotto gas e petrolio (“noi sediamo sull’oro”), ma anche relativi all’aumento della produzione di carbone (“che è sicuro, pulito e affidabile, puoi anche bombardarlo, sarà sempre lì pronto all’uso”).
Gli Stati Uniti diventeranno “una superpotenza manifatturiera”, ma anche “la capitale mondiale dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute“, e questo grazie alle sue politiche energetiche e alla sua amministrazione, “cha anche avviato la più grande campagna di deregolamentazione della storia”.
Trump è un presidente democraticamente eletto, con una maggioranza solida nel Paese e al Congresso e per questo va rispettato. Eppure, non è possibile tacere del suo linguaggio violento, del continuo discriminare tra amici e nemici, dei migranti classificati come ‘alieni’, come specie invasive da fermare ad ogni costo, dei suoi toni razzisti da ‘primo Klan’ di fine ‘800 e del suo negazionismo climatico, che ha fatto subito carta straccia degli Accordi di Parigi e di ogni impegno in tal senso.
Aspetteremo di vedere quali saranno le conseguenze sociali, culturali, politiche ed economiche di questo suo secondo mandato, ma una cosa è chiara da subito, serve più Europa per affrontare questi tempi difficili. Ogni altra strada porterà solo maggiore instabilità, insicurezza e sfiducia tra i popoli del vecchio continente.