Si è aperta oggi a Davos, in Svizzera, l’edizione 2018 del World Economic Forum. Fino a venerdì prossimo, capi di Stato e di Governo, imprenditori, banchieri e uomini della finanza, si incontreranno per confrontarsi su alcuni dei temi più rilevanti per il futuro dell’economia e dell’innovazione tecnologica.
Un mondo che ha bisogno di pace, innovazione, sostenibilità ambientale, inclusione sociale, infrastrutture e servizi di qualità, sviluppo per tutti, redistribuzione delle risorse naturali ed economiche, un abbassamento generalizzato dei consumi, una maggiore capacità di resilienza di fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici.
Quest’anno, proprio alla vigilia dell’apertura della manifestazione, Papa Francesco ha inviato una lettera, in cui toccava alcuni tra i temi centrali della quattro giorni, tra cui la dignità dell’uomo in un panorama di trasformazione generale, dove la tecnologia diventa fattore abilitante del cambiamento.
Il documento Vaticano, indirizzato al Presidente del WEF, Klaus Schwab, e letto dal cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, poneva l’attenzione su alcuni punti chiave: all’allargamento del divario socio-economico e all’aumento delle varie forme di povertà, comprese le nuove forme di schiavitù, il Pontefice contrappone i nuovi modelli economici improntati ad una crescita sostenibile, soprattutto inclusiva da un punto di vista sociale, “che sappiano porre al centro al centro la persona umana e i suoi diritti”.
Il primo monito, come ricorda Debora Donnini da Vatican News online, è sull’intelligenza artificiale, la robotica e le altre innovazioni tecnologiche: “che devono essere impiegate al servizio dell’umanità e alla protezione della casa comune, piuttosto che al contrario, come alcune valutazioni purtroppo prevedono”. L’appello, spiega l’autrice, è a non rimanere in silenzio di fronte alla sofferenza di milioni di persone: “serve una responsabilità che coinvolga tutti, cioè creare le giuste condizioni perché ogni persona viva in modo dignitoso”.
L’appello è inoltre rivolto anche alle imprese e all’industria, che devono impegnarsi di più per “aumentare la qualità della produttività, creare nuovi posti di lavoro, rispettare le leggi che lo regolano, combattere la corruzione e a promuovere la giustizia sociale con un’equa ripartizione dei profitti”.
Insomma, va bene l’automazione, la trasformazione digitale della società e le tecnologie virtuali, ma ricorda Francesco, “l’uomo sia sempre al centro dell’economia” e allo stesso tempo al centro dell’innovazione, come vero e proprio imperativo sociale.