Sappiamo tutto eppure non sappiamo ancora abbastanza dei colloqui tra Wind ed H3G che sembra, secondo quanto anticipato dal Financial Times, siano giunti ad un accordo con riserva ad Hutchinson del 51% della nuova società che si andrebbe a costituire, tagliando in tal modo la torta del mercato mobile italiano in soli tre spicchi, di dimensioni più o meno uguali, tra Telecom Italia, Vodafone e la costituenda società consolidata frutto dell’accordo tra Wind e H3G.
Se tutto sarà confermato, vorrebbe dire che finalmente il consolidamento italiano delle TLC è arrivato, anche se di italiano, va detto, c’è veramente poco o nulla.
L’accordo era nell’aria da tempo, ma ora possiamo dire che c’è qualcosa in più di una semplice indiscrezione.
Il merger tra H3G e WIND era arrivato alle battute finali già nel luglio del 2014 quando, a trattative avanzate, era atteso l’annuncio finale in pieno agosto.
Non è stato reso pubblico, ma allora molte persone vicine alle Autorità, preposte in Italia al controllo sui mercati, erano assolutamente a conoscenza di questo balletto tra Russia e Cina, e valutavano con un certo “sollievo” la circostanza che si stava trascinando ormai da troppo tempo.
Del resto tutti conoscono la proverbiale riservatezza dei businessmen cinesi che non amano che si discuta dei loro affari sui giornali.
Prova ne sia che quando il Li Ka Shing, padrone assoluto di 3, si muove, come ad esempio in UK, sui giornali la notizia esce solamente a cose fatte.
Secondo le voci di casa nostra, il fatto che negli altri Paesi gli stessi operatori di telefonia si stessero muovendo nella direzione della concentrazione con altri gruppi non creava di per sé le condizioni sufficienti affinché anche in Italia qualcosa si potesse muovere nella stessa direzione.
Questo modo di vedere le cose è una deviazione puramente giornalistica. Francamente, gli affari sono affari e si fanno solo guardando i numeri, i soldi e gli interessi interni sul mercato domestico ed esterni su eventuali società controllate.
L’azione di controllo dell’Antitrust europea, ad esempio, sembra ad oggi un passaggio obbligato, ma non decisivo in questa fase, perché nonostante ci sia in Europa più di qualcuno che abbia sbattuto i pugni sul tavolo per reclamare la salvaguardia degli interessi dei consumatori, non possiamo non notare come in Germania ed in Austria le operazioni di consolidamento abbiano avuto il via libera da Bruxelles senza grandi complicazioni.
Tutta l’Europa deve andare verso il consolidamento, se vuole competere con il resto del mondo.
Il punto di vantaggio di un’eventuale merger di H3G su Wind, lo abbiamo detto più volte, è che il mercato per intero se ne avvantaggerebbe, in considerazione del fatto che una riduzione degli operatori porterebbe – almeno in via teorica – ad un allentamento della battaglia sui prezzi, ed a una diminuzione della pressione competitiva che avrebbe come riflesso quello di portare segnali positivi ai bilanci da troppo tempo in calo, degli operatori mobili in Italia.
In mattinata, la notizia – come era prevedibile – è stata accolta con una certa vivacità dalla Borsa ed il titolo di Telecom Italia è tornato a salire segnando un + 4,2% all’apertura in Piazza Affari.