Consolidamento

Wind-3 Italia: l’ipotesi fusione piace al mercato

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La nuova entità diventerebbe il primo operatore mobile in Italia per quote di mercato. A frenare il deal l’assetto di controllo.

Se la fusione fra Wind e 3 Italia fosse un’operazione semplice, allora sarebbe stata conclusa da tempo. Da anni se ne parla, non se n’è mai fatto nulla, ora è tornata di moda. Al mercato l’idea piace, perché il consolidamento nel mobile è in atto un po’ dappertutto in Europa, dove sta passando il principio che tre operatori possono bastare.

Ma finora i negoziati fra le parti sono stati infruttuosi, bloccati da un lato dal debito di 9,5 miliardi di euro che pesa su Wind, dall’altro dall’assetto di controllo che dovrebbe prendere la nuova entità: chi avrebbe il controllo? Già l’anno scorso a ottobre le voci di una possibile joint venture furono spente da Vimpelcom, l’operatore russo che controlla Wind.

Adesso tornano i rumors sulla ripresa dei contatti fra le parti e gli analisti tornano ad evidenziare i vantaggi di un’eventuale fusione. Secondo la Reuters, i vantaggi economici sarebbero ingenti. In Italia, 3 è il quarto operatore mobile, alle spalle di Telecom Italia, Wind e Vodafone.

In base alle stime Agcom di settembre 2014 sul mercato del mobile, la nuova entità Wind-3 avrebbe una quota del 33,3% del mercato, davanti a Telecom Italia con il 32,1% e Vodafone con il 27,5%.

Nel Regno Unito, Hutchison Whampoa, la holding di Li Ka-Shing che controlla H3g, è entrata in trattative esclusive per acquisire da Telefonica, l’operatore mobile O2. Sembra che Hutchison sarebbe interessata a comprare anche in Italia.

Ma Vimpelcom, di fatto, non ha bisogno di vendere Wind. Ha rifinanziato con 500 milioni di euro il debito del secondo operatore italiano e sta per vendere le torri. L’eventuale uscita dal mercato italiano rinchiuderebbe l’azienda in una dimensione domestica sul mercato russo ed è per questo che l’opzione preferita da Mikhail Friedman, presidente del board di Alfa Group che controlla Vimpelcom, sarebbe non la vendita ma la joint venture con 3. Ipotesi che però, come detto, è già stata scartata.

Secondo Barclays, le potenziali sinergie del merger potrebbero ammontare a 4,1 miliardi di euro. La nuova entità potrebbe contare su 33 milioni di clienti mobili su ricavi annui per 7 miliardi, in relazione ai dati del 2013.

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