La Ue potrebbe pubblicare a giugno una comunicazione di addebiti (statement of objections) riguardo il progetto di fusione tra Wind e 3 Italia.
Lo rivela Bloomberg citando due fonti vicine al dossier.
Il documento della Ue conterrà, sempre secondo quanto riferito dall’agenzia, nel dettaglio tutti i dubbi di Bruxelles sulla fusione da 21,8 miliardi di euro che riporterebbe a tre il numero di concorrenti sul mercato mobile italiano.
L’invio di uno statement of objections – primo atto inviato dalla Commissione a quelle imprese che si ritiene abbiano violato le disposizioni relative alle regole di concorrenza – non è una procedura irrituale quando la Commissione si trova a esaminare simili operazioni e non implica necessariamente che l’accordo verrà bloccato.
La decisione indica comunque che Bruxelles quanto meno voglia richiedere alle due parti di accettare determinate condizioni atte a proteggere la concorrenza sul mercato. Tra queste, la vendita di una porzione di spettro o di capacità di rete o la creazione di condizioni favorevoli per l’ingresso di un nuovo operatore.
L’operazione è stata annunciata ufficialmente lo scorso agosto. Dall’unione tra i due gruppi nascerà una società con oltre 31 milioni di clienti mobili e 2,8 milioni nel fisso (di cui 2,2 milioni broadband), e in grado di realizzare efficienze per un valore di oltre 5 miliardi di euro al netto dei costi di integrazione.
Sulla base dei dati Agcom relativi a dicembre 2015, la nuova società avrà una quota di mercato pari al 33,7% – la somma di quelle di Wind e 3 Italia – e competerà ad armi quasi pari con i due principali operatori del mercato italiano, Telecom Italia (32,4%) e Vodafone (26,4%).
Lo scorso 30 marzo, la Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per valutare se la proposta di fusione è in linea con il regolamento UE sulle concentrazioni. La Ue teme, in particolare, che l’operazione possa causare un aumento dei prezzi e una diminuzione dell’offerta e dell’innovazione per gli utenti di telefonia mobile in Italia.
Sembra intanto sempre più probabile che la Ue decida di bloccare il progetto di fusione tra 3 UK e O2 nel Regno Unito. Le condizioni messe sul piatto in quest’ultimo caso da CK Hutchison – tra le quali il congelamento dei prezzi per 5 anni, la cessione a Sky di un quinto della sua capacità di banda, investimenti per 5 miliardi di sterline in 5 anni – non hanno convinto il Commissario Marghrete Vestager.
Sarebbe il primo accordo che riceverebbe il suo pollice verso, dopo che comunque lo scorso anno Telenor e Teliasonera hanno abbandonato i loro progetto di fusione per via delle misure troppo rigide imposte da Bruxelles e che avrebbero finito per annullare i vantaggi dell’operazione.
Se i regolatori bloccheranno la fusione, ha riferito una fonte a Reuters, CK Hutchison farà appello e se dovesse perdere la sua battaglia, sarebbe pronto anche a uscire dal mercato britannico.