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Wind-3 Italia: il responso Ue slitta di una settimana

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Nel Regno Unito intanto se i regolatori bloccheranno la fusione tra 3UK e O2 CK Hutchison sarebbe pronto anche a uscire dal mercato britannico.

Slitta di una settimana la decisione dell’antitrust europeo sulla fusione tra Wind e 3 Italia. La chiusura dell’indagine approfondita sulla proposta di joint venture Hutchison/VimpelCom è stata posticipata dal 10 al 18 di agosto su richiesta delle due stesse società.

“Il termine è stato prorogato su richiesta delle parti”, come consentito dal regolamento sulle concentrazioni ha spiegato il portavoce della Commissione Ricardo Cardoso.

L’operazione è stata annunciata ufficialmente lo scorso agosto. Dall’unione tra i due gruppi nascerà una società con oltre 31 milioni di clienti mobili e 2,8 milioni nel fisso (di cui 2,2 milioni broadband), e in grado di realizzare efficienze per un valore di oltre 5 miliardi di euro al netto dei costi di integrazione.

Sulla base dei dati Agcom relativi a dicembre 2015, la nuova società avrà una quota di mercato pari al 33,7% – la somma di quelle di Wind e 3 Italia – e competerà ad armi quasi pari con i due principali operatori del mercato italiano, Telecom Italia (32,4%) e Vodafone (26,4%).

Lo scorso 30 marzo, la Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per valutare se la proposta di fusione è in linea con il regolamento UE sulle concentrazioni. La Ue teme, in particolare, che l’operazione possa causare un aumento dei prezzi e una diminuzione dell’offerta e dell’innovazione per gli utenti di telefonia mobile in Italia.

Il Commissario Ue Margrethe Vestager ha più volte detto che non esiste un numero ‘magico’ di operatori da imporre in tutti i paesi e che ogni caso va valutato a sé. Ha, però, assunto posizioni intransigenti verso altre proposte di merger, facendo saltare quella tra Telenor e TeliaSonera in Danimarca e opponendo forti dubbi a quella tra 3UK e O2 nel Regno Unito.

Il responso finale su quest’ultima fusione dovrebbe arrivare a breve, anche prima della scadenza dei termini fissata per il 19 maggio. Si teme, data anche la forte opposizione delle Autorità britanniche per le tlc e antitrust, che il verdetto non sarà positivo, nonostante le diverse concessioni proposte da CK Hutchison per ammorbidire la posizione di Bruxelles.

Oggi, la casa madre di 3 Italia e 3 UK ha fatto sapere che non avanzerà ulteriori proposte agli uffici della Vestager. Se i regolatori bloccheranno la fusione, ha riferito una fonte a Reuters, CK Hutchison farà appello e se dovesse perdere la sua battaglia, sarebbe pronto anche a uscire dal mercato britannico.

Telefonica, che sta lottando per ridurre il suo debito, teme molto una simile prospettiva: l’accordo con 3UK valuta la controllata britannica 7.5 volte l’Ebitda, un prezzo che le società di private equity non potrebbero permettersi. Il gruppo spagnolo starebbe già valutando opzioni alternative quali la vendita o la fusione con altri gruppi attivi sul mercato britannico come Sky o TalkTalk.

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