Il Governo non userà i poteri speciali per bloccare la fusione tra Wind e 3 Italia ma potrebbe apporre il suo veto a un’ulteriore cessione delle torri Telecom Italia.
Il Consiglio dei Ministri ieri ha reso noto di aver accolto la proposta del Ministero dello sviluppo economico di non esercitare i poteri speciali e di consentire il decorso dei termini temporali previsti dall’articolo 2, comma 4, del decreto legge 15 marzo 2012, n. 21, per quanto riguarda la creazione di una joint venture tra Wind e H3G, controllate rispettivamente dalla russa VimpelCom e da CK Hutchinson Holdings Limited, del magnate Li Ka-Shing.
Il Governo guarda tuttavia con attenzione alle strategie post-fusione, per evitare “lo spostamento, al di fuori dei confini nazionali, di funzioni di gestione e di sicurezza tali da compromettere la sicurezza nazionale e la continuità dei servizi” e raccomanda pertanto alle due società di evidenziare, in occasione della notifica della successiva operazione di fusione societaria, “gli elementi puntuali della pianificazione strategica sotto il profilo industriale e degli investimenti, con particolare riferimento all’impatto dell’operazione sul territorio nazionale e sotto il profilo tecnologico e occupazionale”.
Diverso è invece il discorso per le torri di Telecom Italia, la cui ulteriore ‘valorizzazione’, dopo l’IPO di giugno, sarà discussa al prossimo cda del 25 settembre in Brasile. A suo tempo, il Governo diede il suo via libera alla quotazione, non rilevando nell’operazione ‘contenuti di criticità’ ma nel prospetto informativo dell’IPO di Inwit si legge chiaramente che “Telecom Italia, successivamente alla quotazione, si riserva di valutare, nel rispetto degli accordi di lock up, eventuali ulteriori modalità di valorizzazione della propria partecipazione in Inwit che non prevedano il collocamento di ulteriori azioni della società, ferma la disciplina dettata dalla normativa che regola i poteri speciali dello Stato (golden powers)”.
Secondo rumors circolati la scorsa settimana, in prima fila per la possibile acquisizione di Inwit ci sarebbero gli spagnoli di Cellnex (ex Abertis) – che hanno già in pancia le oltre 7.700 torri di Wind e lo scorso anno avevano messo le mani sugli oltre 300 siti venduti da Atlantia – e F2i. Cellnex sarebbe affiancato nella valutazione dell’operazione da Morgan Stanley e Mediobanca, mentre F2i, che conta tra i suoi sponsor la Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo sarebbe interessato ad acquistare una partecipazione della società delle torri.
L’ad di Telecom Italia, Marco Patuano, ha smentito di aver ricevuto offerte per le torri, ma il dossier sarà comunque riaperto il 25 e la società potrebbe decidere di dare mandato all’Ad di valorizzare la sua quota del 60%, valutata circa 1,6 miliardi di euro, in crescita del 20% rispetto alla quotazione di giugno.