Adesione di Assoprovider alla campagna per il Wi-Fi a sostegno della proposta di legge depositata dall’onorevole Sergio Boccadutri, cofirmata da Ernesto Carbone, Enza Bruno Bossio, Alberto Losacco, Gennaro Migliore e da oltre 100 parlamentari.
Nata nel 1999, Assoprovider è associazione di operatori indipendenti nel settore dei servizi Internet e della connettività. E’ affiliata all’organigramma nazionale di Confcommercio e rappresenta circa 200 aziende distribuite sull’intero territorio nazionale.
“Assoprovider si batte da sempre per la diffusione di Internet e per l’introduzione di norme che garantiscano l’autonomia produttiva universale nel settore delle TLC e che quindi agevolino la crescita dell’offerta anche gratuita, scardinando le barriere che ostacolano la libera concorrenza e garantiscono il mantenimento delle rendite di posizione – ha dichiarato Dino Bortolotto, presidente dell’associazione a Key4biz – E’ per questo che accogliamo con interesse l’iniziativa e vorremmo poter dare il nostro contributo sia in termini di articolato normativo sia in termini di definizione delle dinamiche di erogazione del servizio”.
“Cogliamo l’occasione per ribadire che siamo a disposizione dei parlamentari proponenti per fornire, come è nostra abitudine, tutto il supporto di specialisti con pluridecennale competenza reale ed approfondita nel campo dell’ICT e delle reti di comunicazione – ha proseguito Dino Bortolotto – specialmente sulle tematiche più complesse che l’iniziativa pone sul tavolo dell’approfondimento”.
Quali i punti critici?
Sono espressi in dettaglio nel comunicato stampa diffuso da Assoprovider.
Ci sono secondo Assoprovider alcuni aspetti “…che necessitano di approfondimenti in fase di elaborazione dell’articolato. In primo luogo sarebbe meglio prevedere incentivi e agevolazioni erogati ai soggetti (WISP) che da anni realizzano già reti di accesso gratuite e che hanno competenze tecniche specifiche piuttosto che con obblighi a categorie digiune delle problematiche tecniche…”.
“…Segnaliamo che i vincoli introdotti nell’attuale articolato devono tener conto degli esercizi commerciali che si trovano in zone di digital divide. Sarà una piccola minoranza, ma per essi devono esser prevedibilmente previste misure di esenzione, né sono posti limiti al peso economico che dovrebbe sopportare l’esercizio per procurarsi tale connettività; un fenomeno che peraltro può registrarsi anche in aree urbane, anche non in digital divide, ma dover la disponibilità di linee è esaurita o si trovi a una distanza elevata…”.
“L’imposizione legislativa specifica minima di due aree in un locale di 100 mq risulta inconsistente con le usuali pratiche di determinazione del numero di aree in funzione della superficie da servire mentre sono totalmente assenti prescrizioni riguardanti altri parametri essenziali per garantire un servizio minimo come ad esempio la capacità di picco o i servizi garantiti come ad esempio porte e protocolli da garantire”.
“Rileviamo infine l’assenza di vincoli che garantiscano la protezione della privacy dei naviganti e che sono imposti agli operatori di telecomunicazioni, vincoli che garantiscano dalla esportazione dei dati da parte di soggetti privi dei dovuti vincoli sulla privacy, come ad esempio a società di advertising e profilazione non sottoposte alla legislazione italiana, che propongono agli esercenti l’utilizzo delle loro soluzioni hardware/software al posto di quelle degli operatori autorizzati…”.
“Assoprovider – conclude il comunicato – annuncia fin d’ora che metterà a disposizione di tutti gli esercizi che aderiranno all’iniziativa sia informazioni su dove reperire connettività sia sulla progettazione e configurazione degli apparati Access Point che garantiscano tutte le tutele di legge sia per l’esercente che per gli ignari clienti dello stesso”.