Whatsapp è entrata nel club dei servizi con oltre 1 miliardo di utenti attivi mensili: 1 persona su 7 nel mondo, insomma, usa l’app di messaggistica acquisita da Facebook nel 2014 per la cifra record di oltre 16 miliardi di dollari.
Per capire l’entità del ‘fenomeno-Whatsapp’, basta snocciolare qualche numero: sono 42 miliardi i messaggi scambiati ogni giorno attraverso l’app (per fare un paragone, ogni giorno nel mondo vengono inviati ‘appena’ 20 miliardi di sms); 1,6 miliardi le foto condivise e 250 milioni i video scambiati agli utenti. Un miliardo i gruppi creati.
In meno di 5 mesi, l’app ha conquistato più di 100 milioni di utenti e li ha più che raddoppiati dopo essere passata sotto l’ombrello di Facebook, quando ne contava circa 450 milioni.
Nelle scorse settimane, tra l’altro, Facebook ha annunciato che per usare l’app non sarà più necessario pagare l’abbonamento di 89 centesimi di euro all’anno. Un modello di business che, secondo il Ceo Jan Koum, “per alcune persone veramente non aveva senso”.
Per monetizzare il servizio, ha spiegato Koum, si punterà sullo sviluppo di nuove soluzioni di comunicazione B2C (a pagamento), quindi per il mondo aziendale. L’obiettivo è fornire a grossi gruppi, come ad esempio Bank of America o American Airlines, la possibilità di comunicare in maniera sempre più personalizzata con i clienti.
E’ stato lo stesso Mark Zuckerberg ha delineare la strategia futura la scorsa settimana, quando ha precisato che entro la fine di quest’anno verranno testati nuovi modelli di utilizzo che consentiranno alle persone di comunicare con le aziende.
“Ci sono solo pochi altri servizi che connettono più di un miliardo di persone”, ha commentato Zuckerberg in un post su Facebook.
Whatsapp ha di fatto superato anche Facebook Messenger, utilizzato da 800 milioni di persone ogni mese, a fronte di 1,6 miliardi di utenti Facebook, dei quali 1,4 miliardi accedono dal cellular.
Fuori dall’universo Facebook, è la cinese Tencent il rivale più prossimo di Whatsapp, ma l’app si ferma a 650 milioni di utenti.
