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WEF2019, UE si candida a prima grande economia mondiale a impatto climatico zero

Il Forum economico mondiale (World Economic Forum) e Il Forum dei giovani leader globali hanno consegnato alla Commissione europea il premio Economia Circolare 2019, “in riconoscimento del lavoro svolto per accelerare la transizione verso un’economia circolare – si legge in una nota ufficiale – che protegga l’ambiente e riduca le emissioni di gas serra, creando opportunità di lavoro, crescita e investimento”.

Si tratta del premio “The Circulars, assegnato nella categoria “Settore pubblico”: “Questo premio è un riconoscimento del lavoro svolto negli ultimi anni e rappresenta una conferma del fatto che l’economia circolare può effettivamente rafforzare la competitività delle imprese, aprire nuovi mercati di prodotti e servizi verdi e creare posti di lavoro in Europa. Inoltre, ci incoraggia a fare di più”, ha dichiarato il Vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen.

Abbiamo iniziato con un piano molto ambizioso e completo per cambiare la nostra economia. Questo premio testimonia che la nostra scelta di riprogettare, riutilizzare e riciclare è quella giusta sia per l’ambiente che per l’industria. Ci impegna con responsabilità ancora maggiore a continuare nella direzione della circolarità”, ha invece commentato Il Commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella.

Il Primo vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, che non ha potuto assistere alla cerimonia di consegna del Premio, ha comunque espresso la sua soddisfazione: “Vorrei condividere questo premio con la comunità europea dell’economia circolare, che comprende imprese, società civile e autorità pubbliche impegnate nella transizione circolare, e con 500 milioni di europei. Abbiamo bisogno della loro partecipazione attiva per portare avanti la trasformazione già avviata”.

All’edizione 2019 del Forum economico mondiale di Davos, la Commissione ha inviato sei membri: il Vicepresidente Katainen, la Commissaria europea al commercio, Cecilia Malmstrom, il Commissario al Bilancio e risorse umane, Gunther Oettinger, il Commissario alla Politica europea di vicinato e negoziati di allargamento, Johannes Hahn, il Commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici e il Commissario alla Ricerca e l’innovazione, Carlos Moedas.

Fino al 25 gennaio, i membri del collegio rappresenteranno la Commissione europea in diverse tavole rotonde, nelle sessioni di dibattito e negli incontri bilaterali, col fine di riferire in che modo la Commissione sta lavorando “al fine di trasformare l’Unione europea in un attore globale più forte, competitivo e innovativo al centro di un ordine internazionale multilaterale fondato su regole”.

La Commissione, si legge in una nota ufficiale, ha realizzato più del 90% delle 54 azioni previste dal Pacchetto sull’economia circolare pubblicato nel 2015, “con l’obiettivo di chiudere il ciclo delle risorse introducendo misure che coprono l’intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, dalla produzione e dal consumo alla gestione dei rifiuti e al loro riutilizzo come materie prime secondarie nell’economia”.

L’economia circolare è un presupposto della modernizzazione e della trasformazione necessarie affinché l’Ue diventi la prima grande economia mondiale a impatto climatico zero entro il 2050, come previsto dalla Strategia a lungo termine presentata dalla Commissione nel novembre 2018.

In prospettiva futura, la Commissione sta inoltre riflettendo sulle misure necessarie per rendere l’Europa ancora più sostenibile.

Le misure proposte mirano anche a contrastare i cambiamenti climatici tramite risparmi energetici e riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, e comprendono la prima strategia mai attuata in Europa riguardo alla plastica.

Secondo stime di qualche anno fa della Commissione, in un modello di economia circolare – basato sulla razionalizzazione del ciclo produttivo, sull’innovazione spinta e sul recupero degli scarti – il risparmio di materie prime per l’industria europea nel 2025 potrebbe essere almeno del 14% a parità di produzione, una percentuale equivalente a circa 400 miliardi di euro, mentre per l’Italia i benefici possono essere misurati in 12 miliardi di euro.

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