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Manovra, le novità su Web tax, privacy, cashless e Rai

Dopo un lavoro monstre, durato intere giornate, della Commissione Bilancio della Camera il testo della Legge di Bilancio 2018 e il bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 è approdato questa mattina nell’Aula di Montecitorio per il voto e poi ritornare al Senato per l’approvazione definitiva entro l’anno.

Web tax dal 2019 con imposta al 3%; nuovi obblighi per il Garante privacy, stop al pagamento degli stipendi in contanti e via libera all’assunzione di giornalisti Rai, mentre il canone Tv resta a 90 euro anche per l’anno prossimo. Vediamo nel dettaglio queste novità contenute nella Manovra, riscritta in Commissione, e presentata alla Camera dal relatore Francesco Boccia (PD): “È l’ultima grande misura di questa legislatura: è un insieme di norme che consentono al Paese di guardare avanti, sarà un’Italia più snella e più agile”.

Web Tax, dal 2019 con imposta al 3%. Francesco Boccia (PD): ‘Il vento è cambiato, finalmente’

La web tax sulle transazioni digitali passa dal 6% fissato al Senato al 3%: non viene allargata all’eCommerce e neanche alle tante piccole e medie imprese e startup italiane che non superano il numero annuo di 3mila transazioni digitali. Si parte dal 2019 ed è previsto un incasso per lo Stato di 114 milioni di euro l’anno. Abrogata, inoltre, la possibilità per le imprese residenti di compensare l’imposta pagata con il meccanismo del credito d’imposta.

“Con questa norma abbiamo rafforzato il concetto di stabile organizzazione degli Ott, concetto già proposto in quest’Aula nel 2013, ma allora tutto fu accantonato perché mi fu risposto che la libertà della Rete non andava fermata con le regole fiscali, sarebbe stato come fermare il vento con le mani”, così Francesco Boccia ha illustrato la web tax contenuta nel testo licenziato dalla Commissione Bilancio della Camera, da lui presieduta, e il parlamentare democratico si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe facendo riferimento alle parole allora pronunciate da Matteo Renzi con le quali, di fatto, la tassazione ai giganti del web venne bloccata. Oggi il vento è cambiato in Italia, anche perché gli Over the Top non possono più nascondere la testa sotto la sabbia perché frequentemente sono sotto indagine per evasione fiscale. Infatti il 15 dicembre scorso è stato acclarato che Amazon ha evaso in Italia le tasse dal 2011 al 2015 e pagherà al Fisco 100 milioni di euro per chiudere le controversie relative alle indagini fiscali, condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano (la GdF aveva accertato un’evasione fiscale per circa 130 milioni).

 

Basta stipendi in contanti

 

I datori di lavoro saranno obbligati, dal 2018, a pagare lo stipendio attraverso strumenti tracciabili e quindi è vietato il contante. L’obiettivo della norma contenuta nella Legge di Bilancio è contrastare la pratica diffusa tra alcuni imprenditori di erogare ai lavoratori una retribuzione inferiore a quanto previsto dalla busta paga, sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione.

 

Rai, canone resta a 90 euro e ok a nuove assunzioni giornalisti

Per il 2018 non si mette di nuovo mano al Canone Rai. L’importo resta di 90 euro da pagare sempre con l’addebito nella bolletta dell’energia elettrica. Lo prevede il testo della Manovra, che dà alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo anche la possibilità di assumere giornalisti, anche se a stipendio ridotto, da selezionare dalla graduatoria dei vincitori del concorso svolto nel 2015.

Gdpr, nuovi obblighi per il Garante Privacy

Novità anche per la Data protection. La Legge di Bilancio prevede che con l’entrata in vigore del nuovo regolamento Ue il Garante per la protezione dei dati personali assicuri la tutela dei diritti fondamentali e delle libertà dei cittadini adottando entro due mesi dall’entrata in vigore del Gdpr (fissata il 25 maggio 2018) un provvedimento che disciplina:

“a) le modalità attraverso le quali monitora e vigila sull’applicazione del Regolamento UE 2016/679; b) disciplina le modalità di verifica, anche attraverso l’acquisizione di informazioni dai titolari dei dati personali trattati per via automatizzata o tramite tecnologie digitali, della presenza di adeguate infrastrutture per l’interoperabilità dei formati con cui i dati vengono messi a disposizione dei soggetti interessati, sia ai fini della portabilità dei dati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento Gdpr, sia ai fini dell’adeguamento tempestivo alle disposizioni del regolamento stesso; c) predispone un modello di informativa da compilare a cura dei titolari di dati personali che effettuino trattamento fondato sull’interesse legittimo che prevede l’uso di nuove tecnologie o di strumenti automatizzati; d) definisce linee-guida o buone prassi in tema di trattamento dei dati personali fondato sull’interesse legittimo del titolare”.

Un capitolo a sé riguarda l’utilizzo di nuove tecnologie o di strumenti automatizzati. “Il titolare dei dati personali, individuato ai sensi dell’articolo 1 del regolamento Gdpr, ove effettui un trattamento fondato sull’interesse legittimo che prevede l’uso di nuove tecnologie o di strumenti automatizzati, deve darne tempestiva comunicazione al Garante per la protezione dei dati personali – si legge negli emendamenti – A tale scopo, prima di procedere al trattamento, il titolare dei dati invia al medesimo Garante un’informativa relativa all’oggetto del trattamento, alle finalità e al contesto”. Dopodiché, il Garante ha 15 giorni per analizzare la comunicazione, passati i quali vige il principio del silenzio assenso e il titolare può procedere con il trattamento.

In caso contrario, se il Garante ravvisa il rischio che il trattamento in questione possa essere lesivo dei diritti e delle libertà dei soggetti interessati, può disporre una moratoria per un periodo massimo di 30 giorni e può chiedere ulteriori informazioni e integrazioni e disporre l’inibitoria all’utilizzo dei dati in caso di persistente lesione dei diritti e delle libertà degli interessati.

eCommerce, più concorrenza sulla spedizione dei pacchi tra Amazon e Poste

 

Per quanto riguarda la spedizione dei pacchi, si legge nel testo della Manovra, a partire dal primo gennaio 2019 Poste italianepotrà occuparsi dell’attività di raccolta, trasporto, smistamento e distribuzione di invii postali fino a 5 Kg”. Così s’inizia a porre fine al monopolio di Amazon, “ma anche per avvicinare i cittadini meno consapevoli alle opportunità offerte dai servizi forniti in forma elettronica”.

 

Fintech

Un emendamento della Legge di Bilancio agevola le piattaforme di prestiti online (le cosiddette piattaforme di peer-to-peer lending). Dal primo gennaio 2018, infatti, sarà applicata un’aliquota al 26% sugli interessi percepiti da chi, appunto, presta denaro attraverso queste piattaforme digitali. Nello specifico, la nuova norma prevede la stessa tassazione applicata oggi ai redditi degli strumenti finanziari, anziché l’aliquota marginale applicata ai redditi personali IRPEF. La modifica è particolarmente importante perché la precedente tassazione risultava essere decisamente più elevata per tutte le classi di reddito superiori ai 15mila euro annui. A chi superava, per esempio, i 75mila euro annui di patrimonio personale dichiarato, era applicata un’aliquota pari al 43% che comportava quindi una diminuzione significativa del rendimento netto.

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