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Web e tasse, accordo Ocse-G20: 6 misure contro l’elusione fiscale

Si entra nel vivo della lotta ai sistemi di profit-shifting che consentono a molte multinazionali specie quelle del web di eludere le tasse nei Paesi dove offrono i loro servizi, traghettando i capitali nei paradisi fiscali.
Oggi l’Ocse, in accordo con il G20, ha presentato un Piano d’Azione Globale nell’ambito del progetto sull’ottimizzazione fiscale che mira a stabilire regole globali uniche sulle tasse per porre fine alle pratiche ‘furbette’ adottate da molte società come Google, Apple, Amazon o Facebook ma anche aziende come Fiat o Starbucks. Sistemi sui quali sta indagando anche la Ue e sui quali anche l’Italia si è mossa con la ormai nota Web Tax.

L’intesa è stata raggiunta sui primi 6 dei 7 punti del piano, tra questi ci sono misure sugli asset intangibili e un capitolo sull’economia digitale.
Resta fuori solo il tema delle “pratiche fiscali dannose”, su cui ci sono disaccordi su alcuni passaggi tecnici importanti. E’ stato invece concordato un primo rapporto di base sulle “sfide fiscali dell’economia digitale”, che non comprende misure precise ma traccia un quadro di partenza per l’azione futura, e uno sullo sviluppo di “uno strumento multilaterale per modificare i trattati bilaterali”.

Le raccomandazioni saranno presentate ai ministri delle Finanze del G20 a Cairns in Australia il 20 e 21 settembre. Altre otto raccomandazioni saranno presentate l’anno prossimo e alcune, negli auspici dell’Ocse, potranno essere applicate entro la fine del 2015.

Il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, ha spiegato che “il G20 ha ritenuto l’erosione dell’imponibile con lo spostamento del profitto come una grave rischio per il gettito fiscale, per la sovranità e per il raggiungimenti di sistemi fiscali equi in tutto il mondo”.
“Le nostre raccomandazioni – aggiunge Gurria – rappresentano gli elementi costitutivi di una risposta concordata a livello internazionale e coordinata a strategie di pianificazione delle imposte sulle società che sfruttano le lacune e le scappatoie del sistema attuale con lo spostamento artificioso dei profitti nei luoghi in cui essi sono soggetti ad un trattamento fiscale più favorevole”.

“Non si tratta di bla bla. Sono indicazioni tecniche che mirano a ristabilire la sovranità fiscale”, ha dichiarato Pascal Saint Amans, responsabile del progetto per l’Ocse.

In merito agli accordi di oggi, il portavoce di Google ha dichiarato: “Da tempo abbiamo espresso il nostro supporto a che i governi rendano il sistema fiscale internazionale più chiaro e più semplice. Naturalmente rispetteremo qualsiasi nuova norma su cui i governi si accordino”.

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