World Environment Day

Web sostenibile, quello italiano tra i più green d’Europa

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Il web inquina: i siti del Ministero dell’Ambiente, del WWF e delle associazioni ambientaliste producono oltre 3,6 tonnellate di CO2 all’anno. Germania e Francia fanno peggio di noi. Il paradosso delle associazioni ambientaliste Fridays for Future (+228%) e Sea Sheperd (+226%).

La sostenibilità ambientale non riguarda solo il mondo economico tradizionale, ma sempre di più anche quello virtuale, del web, che comunque si regge su infrastrutture fisiche reali. In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, è stato pubblicato uno studio su quante emissioni di diossido di carbonio (CO2) vengono prodotte da siti e piattaforme online.

Il web più green è quello italiano

Il Rapporto parte dal confronto tra i siti del Ministero dell’Ambiente di Italia, Francia e Germania. Quello italiano è il più “green”: produce in un anno 250 kg di CO2 (comunque il 31% sopra la media), migliore della Francia (con un +82% rispetto alla media).

Male la Germania, con +137% di emissioni rispetto alla media e un totale di 455 kg, ovvero l’equivalente delle emissioni di CO2 per passeggero di un volo da Palermo a Berlino o di un viaggio in auto da Roma a Mosca.

Gli enti governativi USA invece si confermano più attenti alle emissioni del web: il sito EPA (Agenzia per la protezione dell’ambiente) produce il 51% in meno di CO2 rispetto alla media.

Lo strumento misura web CO2

L’indagine e i suoi risultati sono stati possibili grazie all’utilizzo da parte di AvantGrade.com di un apposito strumento che misura quante emissioni produce un sito web sulla base di determinati parametri tecnici, restituendo anche un equivalente di CO2 emessa in km percorsi in auto e aereo.

Si tratta del “misuratore del web CO2”, che calcola i byte per caricare una pagina, la relativa energia consumata e quindi l’emissione di anidride carbonica su base annua.

I valori di emissione ottenuti sono comparati con un termine di paragone che è il valore mediano globale di CO2.  

Il paradosso dei siti ambientalisti

Lo studio ha esaminato anche i siti web di rinomate multinazionali, che nonostante i tanti annunci “green oriented” ancora devono e possono migliorare le proprie performance: Enel è a +133%, Eni Gas e Luce (+89%), Barilla (+129%) e Ferrero (+236%).

Nel settore automotive sembra andare meglio e, a parte Peugeot (+136% di CO2 prodotta), ci sono diversi esempi virtuosi, tra cui Tesla che si conferma coerente alla linea green (-3%) e Volkswagen (-29%).

Stranamente, leggendo i dati, ad emettere enormi quantità di CO2 rispetto alla media sono i siti di popolari associazioni ambientaliste a livello mondiale: il WWF produce il 347% in più di CO2 rispetto alla media, Sea Sheperd è a quota 624 kg di CO2 in un anno (+226% rispetto alla media) e Fridays For Future (il movimento partito dall’iniziativa di Greta Thunberg) registra un +228% rispetto alla media.

Stesso discorso per i siti web delle squadre di calcio italiane: la Roma è la più virtuosa (+40%), mentre il sito dell’Inter è quello che emette più CO2 (+435%). A metà classifica troviamo il sito del Napoli (+309% di CO2 prodotta rispetto alla media), Juventus con +264% e Milan +159%.

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