Dopo diverse denunce di concorrenza sleale giunte agli uffici tributari, San Marino passa ai fatti contro Amazon, accusando l’azienda di non aver versato sui prodotti acquistati nella Repubblica la monofase, un’imposta del 17% sulle importazioni equivalente all’Iva italiana.
La vicenda si collega a una più ampia questione europea che riguarda tutte le multinazionali americane del web che adottano sistemi di ottimizzazione per bypassare il fisco, e nello specifico le indagini della Ue sugli accordi esistenti tra Amazon e Lussemburgo che permettono al gruppo di pagare meno tasse.
Adesso, su disposizione della direzione dell’Ufficio Tributario, la Polizia Civile ha sequestrato temporaneamente tre bancali di merce venduta e spedita a San Marino da Amazon. Si trovavano su un camion del corriere Sda partito da Santarcangelo e diretto alla sede sammarinese di fermo deposito. L’operazione di controllo è stata disposta in seguito a numerose segnalazioni secondo le quali la merce veniva venduta e spedita a San Marino in totale esenzione di imposte dirette. Non essendo gravati da Iva italiana o monofase sammarinese i prodotti erano acquistati a prezzi inferiori del 22%, rispetto al prezzo praticato in territorio italiano.
Dal ministero del Tesoro sammarinese hanno sottolineato di aver sollecitato da mesi gli uffici legali di Amazon, che si trovano in Lussemburgo, a mettersi in regola, visto che a San Marino le imposte vanno versate al momento dell’importazione.
Non avendo avuto risposta gli esattori, in linea con quanto previsto dalla legge sulla monofase, sono intervenuti con il sequestro della merce.
L’obiettivo della direzione dell’Ufficio Tributario è porre nei giusti binari fiscali l’operatività di Amazon a San Marino.
Per sbloccare la merce basterà che Amazon, oppure il corriere incaricato della consegna a San Marino, versi la monofase all’ufficio tributario.