Riflettori ancora puntati sulle multinazionali del web. Il mese scorso è stato decisivo. Il 28 gennaio la Guardia di Finanza ha notificato un verbale d’accertamento a Google Italia per una presunta evasione di 227 milioni di euro.
Dall’azienda un portavoce ha dichiarato che Google “rispetta le normative fiscali in tutti i Paesi in cui opera. Continuiamo a lavorare con le autorità competenti”.
Qualche giorno prima la compagnia americana ha sottoscritto un accordo col fisco britannico da 172 milioni di euro. Una ‘cartella esattoriale’ considerata fin troppo leggera oltremanica tanto da spingere l’Antitrust Ue ad aprire un fascicolo.
A fare da apripista l’Italia che a fine anno ha messo Apple con le spalle al muro, facendole versare 318 milioni di euro di imposte arretrate.
Anche la Ue si è mossa.
La Commissione ha presentato una nuova proposta per combattere l’evasione fiscale.
Obiettivo: allineare la normativa fiscale in tutti i 28 paesi membri al fine di contrastare le pratiche fiscali aggressive delle grandi multinazionali.
E mentre le indagini fanno il loro corso, adesso tocca alla politica prendere le proprie decisioni.
Non a caso il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, promotore dell’italiana Web Tax ha incalzato governo e parlamento, asserendo: “La magistratura si è sostituita brillantemente a un legislatore assente”.
Ora, però, ha suggerito Boccia, “lavoriamo per soluzione definitiva”.
La Francia ci sta provando, ma Google ha lanciato l’allarme: “Si rischia una sovra-regolamentazione”.
Il Ceo della divisione francese, Nick Leeder, teme “un’inflazione normativa” a causa delle differenze tra il disegno di legge sul digitale in discussione in Francia e le decisioni prese a livello europeo.
Secondo Leeder, l’approccio francese non rispecchierebbe il lavoro che sta facendo la Commissione Ue.
Parigi e Bruxelles hanno una diversa visione del web, ha osservato il Ceo di Google France che si è tuttavia complimentato con il Segretario di Stato per il digitale per la scelta di pubblicare su internet il testo e raccogliere i commenti degli utenti.
Finora ne sono stati raccolti oltre 150 mila. “Penso – ha detto Leeder – che questo rispetti assolutamente i codici del web”.
Il testo pubblicato online ha effettivamente ricevuto 21.300 contributi, 150 mila voti e inoltre sono 2,5 milioni le pagine viste, ha indicato il Segretario Axelle Lemaire.
Un confronto aperto che ha portato a inserire altri cinque nuovi articoli alla proposta di legge in discussione, tra i quali quello sull’eSport.
La scorsa settimana, in occasione della firma della Piano OCSE contro l’evasione fiscale delle multinazionali, il Ministro delle Finanze Michel Sapin ha inoltre proposto una tassa forfettaria calcolata sull’attività delle aziende straniere che operano in Francia “per garantire una tassazione equa” come quella applicata alle società nazionali.
La Ue sta intanto lavorando pure alla legge sulla privacy. In un’intervista rilasciata il 5 gennaio, Lemaire aveva già anticipato i timori del Ceo di Google France, precisando che stava lavorando fianco a fianco con i Commissari Ue.
Il Segretario ha anche promesso che il testo sarebbe stato rettificato se le nuove norme Ue fossero diventate operative durante la discussione in Parlamento.
L’Assemblea nazionale ha approvato martedì in prima lettura il disegno di legge “per una Repubblica digitale” che adesso passerà in Senato.
Questo testo, sviluppato attraverso un approccio partecipativo, aggrega una serie di misure, tra cui alcune molto pratiche per gli utenti come il ‘diritto all’oblio’ per i minori, il diritto alla ‘morte digitale’ o ancora il mantenimento della connessione internet per le famiglie più disagiate.