Svolta per il dossier su giganti del web che eludono le tasse nella Ue. Già lunedì potrebbero essere prese importanti decisioni.
Amazon, già nel mirino della Commissione Ue per gli accordi di tax ruling siglati con il Lussemburgo, sarà ascoltato lunedì insieme ad altre dieci società da alcuni parlamentari europei.
Sono undici su tredici le compagnie che hanno accettato l’invito dell’Europarlamento per discutere delle agevolazioni fiscali accordate da alcuni Pesi membri a multinazionali, molte del web.
Oltre ad Amazon, saranno presenti i rappresentanti di Google, già sotto la lente dell’Antitrust Ue per sospetto abuso di posizione dominante nella ricerca online, Facebook, Coca-Cola, Mc Donald’s Europe, Ikea, Philip Morris, Disney, AB InBev, HSBC e Barclays.
Il gigante della distribuzione Wal-Mart ha respinto l’invito del Parlamento Ue, quanto a Fiat i servizi Ue riferiscono che non ha ancora dato eventuale conferma di partecipazione.
L’azienda automobilistica e Starbucks sono già state coinvolte da Bruxelles per gli accordi siglati con il Lussemburgo mentre Apple per quelli stretti con l’Irlanda.
L’udienza inizierà lunedì pomeriggio e potrebbe continuare il giorno dopo.
La Ue ha avviato nei mesi scorsi un Piano preciso e determinato per costringere i furbetti del fisco a pagare le tasse dove producono i profitti.
Nel mirino le web company, ma non solo.
Nella sfera di azione rientrano tutti quegli accordi siglati tra Paesi e multinazionali che prevedono decisioni anticipate sulle imposte da pagare, ma per garantire che tutti versino le giuste tasse serve una vera concorrenza fiscale, come denuncia un Rapporto del Parlamento francese.
Sotto la lente ci sono ovviamente i paradisi fiscali europei come Irlanda e Lussemburgo compiacenti verso le pratiche di profit shifting.
A giugno scorso, dopo la stretta sul tax ruling, Bruxelles ha presentato un piano d’azione per una profonda riforma della tassazione societaria nell’Ue.
L’Italia resta alla finestra, aspettando che sia proprio la Ue a intervenire, altrimenti ha detto il premier Renzi ‘lo faremo noi nel 2017′,
Tra le azioni chiave della Ue figurano una strategia per rilanciare la base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB) e un quadro che garantisca una tassazione efficace nel luogo in cui sono generati gli utili.
Misure già in fase elaborazione a livello internazionale nell’ambito dell’OCSE che si è già attivata su questo fronte, siglando lo scorso settembre un accordo con il G20 contro l’elusione fiscale.
Un primo passo importante della Ue è stato compiuto a marzo, quando la Commissione ha presentato un pacchetto di misure volte a rafforzare la trasparenza fiscale nell’Ue.