Amazon cambia registro in Europa e modifica le sue pratiche di ottimizzazione fiscale nella Ue. L’obiettivo è gettare acqua sul fuoco dell’indagine a tutto tondo della Ue nei confronti delle multinazionali Usa che godono di un trattamento di favore in Lussemburgo e in altri paesi come l’Irlanda.
Dallo scorso primo maggio Amazon ha cominciato a iscrivere a bilancio il fatturato delle vendite al dettaglio nel singoli Paesi europei senza passare per il Lussemburgo a regime fiscale agevolato.
Amazon non è certo l’unica multinazionale Usa finita sotto la lente della Commissione Ue, che negli ultimi mesi ha aperto fascicoli sui trattamenti fiscali di cui gode Apple in Irlanda, Fiat Finance & Trade in Lussemburgo e Starbukcs in Olanda.
La modifica delle pratiche fiscali da parte di Amazon inciderà profondamente sul bilancio della compagnia americana, modificando il proprio conto in Molti Paesi europei a seconda della distribuzione dei costi. Il cambiamento potrebbe inoltre spingere altre società ad adottare un’impostazione analoga.
L’indagine della Commissione nei confronti di Amazon è partita lo scorso mese di ottobre e si collega ad una più ampia questione europea che riguarda tutte le multinazionali americane del web che adottano sistemi di ottimizzazione per bypassare il fisco, e nello specifico le indagini della Ue sugli accordi esistenti tra Amazon e Lussemburgo che permettono al gruppo di pagare meno tasse.
Il problema è che le tasse sulle multinazionali hanno bisogno di accordi internazionali e ancora si sta lavorando a un’intesa.
L’Ocse sta spingendo per il raggiungimento di questo accordo. Il Governo britannico ha già detto che appena si troverà l’intesa intende essere tra i primi a legiferare in materia.