Si è conclusa l’acquisizione da 71,3 miliardi di dollari degli asset della 21st Century Fox da parte della Walt Disney Company, avviata più di 18 mesi fa.
Con la chiusura di questa operazione passano di proprietà Disney: i canali e gli studi cinematografici di Fox (da 21st Century Fox a Fox Searchlight Pictures) e FX, i canali National Geographic, i canali sportivi ESPN+ e le quote azionarie che 21st Century Fox deteneva del servizio in streaming Hulu oltre alla proprietà integrale dell’atteso servizio video-on-demand di Disney, previsto per la fine del 2019.
Non fanno parte dell’accordo tutte le reti specializzate che facevano riferimento a 21st Century Fox. In particolare le aziende all-news, quelle di sport, business e le broadcast company che entrano in una nuova società spin-off, la Fox Corporation e sono: FOX News Channel, FOX Business Network, FOX Broadcasting Company, FOX Sports, FOX Television Stations Group e le tv via cavo FS1, FS2, Fox Deportes e Big Ten Network.
“Sono orgoglioso di annunciare che 21st Century Fox è ora parte di The Walt Disney Company. Come sapete, Disney non è mai stata a corto di ambizioni. Non siamo mai stati soddisfatti dello status quo e la nostra visione di questa era di cambiamenti è la più audace di sempre. Stiamo trasformando rapidamente la nostra azienda per sfruttare appieno le tendenze dei consumatori in costante evoluzione e le tecnologie emergenti per prosperare in questo nuovo ed eccitante periodo”, ha scrittoRobert Iger, Presidente e amministratore Delegato della The Walt Disney Company in una lettera indirizzata ai propri dipendenti.
“La nostra acquisizione di 21st Century Fox è stata guidata dalla nostra forte convinzione che l’aggiunta di questi favolosi business, marchi, franchise e talent ci consentirà di muoverci più velocemente e di puntare più in alto, specialmente quando si tratta di costruire legami diretti con i consumatori. Ci aspetta ora – continua il Presidente nella lettera – l’impegnativo lavoro di unire le nostre imprese per creare un’azienda di intrattenimento dinamica e globale, con i contenuti, le piattaforme e l’offerta di esperienze che coinvolgeranno i consumatori di tutto il mondo per le generazioni a venire“.
Cosa cambia per Netflix
Questa acquisizione rappresenta uno spartiacque per l’intero settore dei media ma in particolare per Netflix, che nell’arena dello streaming vede all’orizzonte nuove minacce in rapido avvicinamento ad insidiare il suo primato.
Non a caso Disney ha lanciato un servizio di streaming, legato alla sua programmazione Espn, e sta pianificando il lancio di Disney +, servizio di videostreaming ad abbonamento, entro la fine del 2019 .
Per prepararsi a quel lancio, ha già iniziato a rimuovere i suoi film e programmi televisivi dalla libreria di Netflix. A questo va aggiunto poi che la società ha assorbito il 30% delle quote Hulu, che sommate alle azioni già in possesso fa di Disney l’azionista di maggioranza della piattaforma streaming.
I rincari di gennaio
Netflix già a gennaio aveva deciso di alzare i prezzi dei suoi abbonamenti negli Usa del 18%, da 11 a 13 dollari mensili per il pacchetto che consente ai clienti di scaricare contenuti su due device contemporaneamente. Il pacchetto base, che consente lo streaming video su un unico device, aumenterà del 13%, un dollaro, a 9 dollari mensili. L’aumento non riguarda l’Europa. L’obiettivo dell’azienda è quello di finanziare nuove produzioni proprie e acquisti di licenze per far fronte alla crescente concorrenza nei servizi streaming.
Curiosità
Dopo Donald Trump presidente degli Stati Uniti i Simpsons avevo previsto pure questo: in When You Dish Upon a Star, Homer diventa un assistente personale per Alec Baldwin e Kim Basinger quando si trasferiscono a Springfield per lasciarsi alle spalle il mondo di Hollywood.
Il protagonista incontra poi il regista Ron Howard e gli propone l’idea per un film, successivamente presentato dal regista alla 20th Century Fox, svelando tramite un cartello che si tratta di una “divisione dalla Walt Disney Co“.