Effetti distorsivi sulla concorrenza di mercato nelle modalità di erogazione dei voucher per la banda ultralarga, che sarebbero riservati in esclusiva agli operatori Tlc. A riscontrarli è stata l’AIRES, l’associazione che raccoglie le principali aziende e gruppi specializzati in elettrodomestici ed elettronica di consumo fra cui Euronics, Expert, Trony e UniEuro, che ravvede gli estremi di una segnalazione alle autorità comunitarie Antitrust se le cose non cambieranno. Secondo l’associazione, i voucher devono poter essere spesi anche nei loro negozi da parte dei cittadini, per l’acquisto di tablet e pc, e non riservati in esclusiva alle telco per forniture bundle di connettività e device in comodato d’uso. Il modello giusto sarebbe quello del Bonus Docenti.
I voucher per le famiglie saranno, di due tipologie: un contributo massimo da 200 euro per connessioni veloci e un contributo massimo da 500 euro (per Isee, Indicatori della situazione economica equivalente sotto i 20mila euro) per connessioni veloci e per l’acquisto di tablet e pc.
Qual è il problema?
Il piano voucher per la banda ultralarga, lamenta l’associazione, concede agli operatori l’esclusiva sui voucher. In effetti, il provvedimento consente l’acquisto calmierato di abbonamenti a contratti di connettività e, in comodato d’uso, di tablet e pc. Ma lock in e predatory pricing sono pratiche proibite quando lo fa un’impresa privata con le proprie risorse, che devono essere proibite a maggior ragione se ciò avviene con risorse statali.
Il piano Voucher
Il Piano Voucher, per come anticipato nella presentazione del Ministero dello Sviluppo Economico, “solleva alcuni dubbi circa la sua compatibilità con le norme che determinano la libera scelta del terminale da parte dell’utente del terminale finale e perplessità sull’impatto che tali scelte potrebbero avere in relazione alla concorrenza tra operatori. Mentre per le famiglie “standard” (senza limiti ISEE) si prevede un voucher dall’importo pari a di 200 Euro, destinato unicamente all’abbonamento a servizi che offrano una connettività pari almeno a 30Mps, per le famiglie a basso reddito (ISEE< 20.000 Euro) il voucher è invece di 500 euro di cui – è esplicitato – 300 euro sono destinati ad elementi hardware, ossia i tablet o pc “in comodato d’uso”. Su questo specifico aspetto rileviamo le seguenti criticità: 1. Mancata libertà di scelta e controllo dell’utente sull’apparecchiatura finale – gli utenti verrebbero significativamente limitati nella scelta di apparati conformi alle loro specifiche esigenze”.
Prezzi predatori e lock-in tra rete e device
Il pericolo, in altre parole, è che vengano applicati “Prezzi predatori e lock-in tra rete e apparecchiature sono di per sé azioni proibite ai sensi delle norme in materia di concorrenza quanto tali leve sono poste in essere facendo ricorso a investimenti decisi dalle imprese con risorse proprie o reperite nei mercati finanziari”, si legge nella nota.
In realtà, secondo l’associazione, il piano Voucher contiene tre diversi ordini di problemi:
- Mancata libertà di scelta e controllo dell’utente sull’apparecchiatura finale – gli utenti verrebbero significativamente limitati nella scelta di apparati conformi alle loro specifiche esigenze.
Anziché poter contare sull’articolata pluralità di offerta di modelli – e di produttori – disponibili sul libero mercato, sarebbero costretti ad operare una scelta obbligata fra il piccolo numero di apparati rivenduti dal loro fornitore di connettività. A livello normativo, il principio di libera scelta trova fondamento nell’art. 3, co. 1, del Regolamento (EU) 2015/2120 (il regolamento Ue sulla net neutrality, che prevede anche il diritto di neutralità tecnologica). Anche l’Agcom garantisce questa libertà di scelta, con la normativa sulla “libertà di modem”.
2. Tutela della concorrenza – Il riferimento alla necessaria fornitura: “in comodato d’uso” confermerebbe che la fornitura di tali hardware verrebbe limitata ai soli operatori di telecomunicazione, verosimilmente in bundle con il servizio. “Ovviamente una scelta del genere avrebbe un effetto dirompente sulla concorrenza tra produttori e importatori di hardware con effetti pesantissimi ai danni dei rivenditori di elettronica di consumo. È di tutta evidenza che quando milioni di famiglie e imprese potranno avere (anche se solo per un periodo limitato di tempo) gratuitamente connessione e apparecchiature messe a disposizione dagli operatori di telecomunicazione, le vendite di questi apparecchi subiranno un blocco quasi totale in tutti gli altri canali di vendita”, lamenta l’associazione.
3. Tutela degli Utenti – che, una volta cessati i voucher, rischiano di essere messi in una condizione di sudditanza economica verso gli operatori di telecomunicazione. “Ad oggi i dati di mercato mostrano come i consumatori prediligano (anche perché più conveniente) rivolgersi ai rivenditori ed acquistare i propri prodotti elettronici, magari anche ricorrendo al credito al consumo. Altre formule di vendita rateale o simili attuate dagli operatori telefonici ed elettrici hanno dimostrato di avere un decrescente favore da parte della clientela. È di tutta evidenza, inoltre, il fatto che una volta assegnato un apparecchio ad un abbonato, gli operatori di telecomunicazione si troveranno ad imporre penali nel caso di cessazione del contratto e/o di passaggio ad un operatore concorrente”.