Non è bastato il lancio, prima dell’estate, di Igtv – la funzionalità offerta da Instagram per la riproduzione di video lunghi – perché ad inizio settembre Facebook ha annunciato lo sviluppo internazionale di Facebook Watch, l’offerta di video di qualità televisiva da parte di canali che, negli Stati Uniti, hanno visto cimentarsi editori digitali (es. Buzzfeed), editori tradizionali e aziende come il sito eCommerce Tastemade che promuove i propri prodotti con trasmissione televisive dedicate alla cucina con i più piccoli.
Il video marketing da un lato e l’ibridazione fra TV/cinema e web dall’altro sono quindi sempre più presenti come ha dimostrato – anche in modo controverso – l’assegnazione ad un film prodotto da Netflix del Leone D’Oro di Venezia.
Anche le aziende quindi debbono affrontare in modo più maturo e contemporaneo il mondo della comunicazione video, accettando per esempio la differenza fra contenuti pensati per YouTube e per Facebook / Instagram.
Nel primo caso infatti i video sono risposte a ricerche effettuate intenzionalmente dagli utenti e possono quindi essere più estesi ed orientati ad uno storytelling improntato a fornire una informazione o una soluzione.
Nel secolo caso incede i video sono presentati nel feed di follower e utenti secondo i criteri dell’algoritmo e della pianificazione pubblicitaria: hanno quindi la necessità di “partire dalla fine” per destare la dovuta attenzione.
Trattare in modo diverso cose diverse è sempre una buona regola e, se genera maggiori complessità, offre però anche nuove opportunità alla comunicazione digitale.