#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
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Dismettendo per un attimo i panni del marketer ed indossando quelli del consumatore, proviamo a guardare il nostro smartphone e a chiederci quante app abbiamo via via scaricato e quante effettivamente utilizziamo: il tasso di abbandono sarà fortissimo.
Al netto delle app immancabili come whatsapp e Google Maps, saranno poi pochissime, fra le app utilizzate, quelle sviluppate da aziende a meno che non si tratti della nostra banca: ecco perché si sono sempre considerate le app dei brand uno strumento di difficile fidelizzazione dei clienti, non certo di acquisizione di clienti nuovi. Fanno eccezione le app di editori e giochi, ma dove il ruolo delle aziende non può che essere quello di inserzionisti pubblicitari.
Il mobile, per anni, è stato quindi un ambiente di possibile incomprensione finché, con i mobile site prima e i siti responsive poi, si è compreso come fosse un sito ottimizzato, soprattutto perché meglio trovato, ad esercitare il compito di attrarre nuovi clienti.
Tutto questo potrà pian piano diventare però meno lineare da quando Google ha cominciato ad indicizzare i contenuti delle app sia Android che iOS: a quel momento un nuovo approccio – ed una nuova SEO – saranno richiesti per lo sfuggente, ma imprescindibile mondo delle app.