In questa nostra rubrica affrontiamo settimanalmente le novità e i contenuti dei media digitali soprattutto con un approccio che riguarda il marketing e la comunicazione.
Tutti sappiamo però che il digitale sta assumendo contorni nuovi grazie al fatto che i dati sono prodotti non solo dagli utenti, ma dalle macchine: è il concetto più ampio di big data che, per rimanere nell’ambito del marketing, consente la combinazione del comportamento dato dalla navigazione online con la vita offline (carte fedeltà, uso di dispositivi digitali, …) e quindi un più profondo CRM e progressivamente chatbot e motori di raccomandazione raffinati.
I Big data creati dalle macchine hanno però due altri risvolti.
Se assumiamo la direzione che dal digitale va al fisico allora abbiamo le applicazioni della digital fabrication e la produzione distribuita consentita delle tecnologie additive.
Se invece andiamo dal fisico al digitale allora macchine sensorizzate e robot possono consentire:
– mass customisation;
– maggiore efficienza grazie ad una manutenzione più appropriata (in virtù di un “digital twin”);
– innovazione grazie ad algoritmi predittivi;
– forme di vera digital transformation.
In un futuro dove questi dati si innesteranno sul perfezionamento della intelligenza artificiale, il grande dilemma riguarderà gli effetti occupazionali del cambiamento ed è evidente come siano centrali la formazione universitaria e manageriale, non a caso inseriti nel Piano Industria 4.0.
Se gli Usa detengono un primato sulle piattaforme che difficilmente può essere scalzato, alla manifattura non resta che questa strada per contrastare le pressioni sul costo del lavoro e l’occupazione.
