#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
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Durante la Social media week, abbiamo ospitato Antonio Dragonetto, Take Care & Behavioural Training, Lifelong Learning Center in Unicredit, che ci ha raccontato come il digitale rappresenti non un muro, ma un trait-d’union fra le generazioni.
Andrea Boscaro. Perchè ha deciso di partecipare all’edizione di “Over meet Under” nell’ambito della Social media week di Roma?
Antonio Dragonetto. Ho partecipato con piacere per molti motivi: e per dare un contributo alle strategie aziendali di digitalizzazione del processo produttivo, distributivo e comunicativo, che fa essere UniCredit una banca leader nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Ma non solo: per dare una testimonianza significativa delle politiche di Active Ageing che l’Azienda sta elaborando sia sul breve che sul medio-lungo periodo, ed infine per valorizzare l’esperienza di tanti colleghi “Over” e “Under” impegnati in progetti di scambio intergenerazionale e di knowledge sharing
Andrea Boscaro. Nel suo intervento, ha affrontato come UniCredit accompagni i propri dipendenti “over50” attraverso iniziative di ascolto e confronto. Ci puo raccontare le vostre iniziative?
Antonio Dragonetto. Non è facile sintetizzare in poco spazio un’esperienza lunga e complessa come quella del progetto Over 55 in UniCredit. Il tutto nasce dall’opportunità di elaborare un piano di formazione dedicato al segmento dei dipendenti Over 55, con la compartecipazione finanziaria del Fondo paritetico interprofessionale nazionale FBA – Fondo Banche Assicurazioni, che sostiene e cofinanzia azioni di ricerca e formazione continua per le lavoratrici/lavoratori dei settori del Credito e delle Assicurazioni. Tale Fondo, gestito in modo paritetico bilaterale tra Aziende e Organizzazioni Sindacali e finanziato dalle Aziende e dai lavoratori stessi, aveva emesso un avviso per la formazione dedicata agli Over 55. UniCredit ha scelto di far precedere il piano formativo da una ricerca rivolta proprio al target degli Over 55 (10.500 su 53.000, al momento della ricerca, 2013). La ricerca, effettuata online, dopo una concertazione con il Sindacato della struttura del questionario d’indagine, aveva lo scopo di indagare sia i fabbisogni formativi che rilevare le problematiche più rilevanti per questa fascia di dipendenti. La prima sorpresa è stato il tasso di adesione alla ricerca: ha risposto il 60% dei dipendenti Over (smentendo le perplessità sul digital divide!). Dai risultati della ricerca è stato elaborato un piano di formazione pilota dedicato ai diversi cluster con cui si potevano aggregare i dipendenti in base ai risultati. E’ stato elaborato un piano formativo articolato in più di 40 moduli specifici, sia sul versante tecnico professionale, sia su quello comportamentale/manageriale, che su quello più specifico degli interventi rivolti all’individuo più che al ruolo aziendale. Sono state inoltre predisposte le condizioni per azioni gestionali sull’estensione e la diffusione di progetti di knowledge sharing. In una prima fase il progetto ha coinvolto più di 3.000 dipendenti nell’arco di 10 mesi. Ed è stato il trampolino di lancio per una seconda fase di azioni formative e gestionali più mirate.
Andrea Boscaro. È stato molto chiaro quando ha sottolineato il ruolo della tecnologia nell’essere banca oggi. Questa è un’opportunità per i più giovani?
Antonio Dragonetto. Non è del tutto esatto. La tecnologia è un’opportunità per tutti. Per i più giovani, “nativi digitali”, quindi quasi naturalmente digitalizzati dall’infanzia più che un’opportunità è la condizione di base per l’accesso alle nuove modalità di comunicazione, di istruzione, di condivisione della conoscenza e, ultimo ma non ultimo, la tecnologia è la condizione “ovvia” di inserimento nei diversi processi produttivi. Per gli “Over” la tecnologia è fondamentale in quanto “tecnologia abilitante”, che valorizza e permette la valorizzazione, il pieno utilizzo e l’implementazione delle proprie competenze di “contenuto” professionale sulle nuove piattaforme del mondo della produzione e dei servizi. Il digital divide non dipende dalla tecnologia in sé, ma da una resistenza culturale non necessariamente legata all’appartenenza ad una “generazione”: ricordo una ricerca di un’università inglese che dimostrava come sui social network i diffusori di contenuti originali fossero proprio gli Over!
Andrea Boscaro. Come favorite il confronto fra le generazioni?
Antonio Dragonetto. Il confronto tra le generazioni è stato l’asse portante delle iniziative aziendali attivate dopo la ricerca e contestualmente al piano formativo dedicato agli Over 55. Il confronto è articolato intorno al perno del knowledge sharing. Concretamente: mentoring professionale e manageriale, affiancamento, tutoring, temporary management, training su temi specifici di contenuto “tecnico professionale”
Andrea Boscaro. Come pensi che il nostro Paese debba agire affinché la tecnologia non sia un ulteriore esempio di frattura intergenerazionale?
Antonio Dragonetto. La tecnologia e la digitalizzazione della vita quotidiana possono diventare il perno fondamentale di nuove attività di scambio intergenerazionale e la cerniera più potente per la riduzione delle distanze “d’età”. Dalle esperienze di “nonni sul web” che molte comunità locali hanno realizzato utilizzando i giovani come trainer sino alle esperienze di valutazione di business plan da parte di Over rispetto ad iniziative di start up, passando per l’esperienza di education congiunta su temi specifici, coinvolgendo assieme Over e Under, la tecnologia si pone come il terreno di incontro tra età, tra modelli di interpretazione della realtà, tra conoscenze diverse, tra strumentazioni diverse. Per citare le parole del titolo di un bel libro sugli Over, la tecnologia più che essere esempio di frattura intergenerazionale, può diventare l’insuperabile terreno di incontro “tra chi ha il tempo e chi ha gli orologi”, (“Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo” di Federico Rampini, ed. Mondadori)