A ques’ultimo si può poi accostare il Carosello di suggerimenti di ricerche correlate ed ulteriori approfondimenti che quasi sempre Google pubblica proprio sotto il box alla destra dei risultati di ricerca e talvolta, in alto, in cima a tutti risultati: si tratta di informazioni che provengono da diversi database, oltre al Knowlegde Graph, informazioni provenuienti per esempio da Google Maps e Google My Business.
Da quest’anno poi, soprattutto per ricerche di carattere tutorial e prevalentemente in lingua inglese, Google ha sovrapposto ad ogni altro risultato di ricerca il “Rich Answer box“, un box in cui, pur citando la fonte, viene però indicata in modo pressochè esaustivo la risposta alla richiesta fatta dal navigatore.
Se aggiungiamo a tutti questi esempi anche i risultati di Google Shopping all’interno delle pagine di risultato di ricerca, risultati che in Europa in realtà sono meno presenti mentre molto più consistenti negli Stati Uniti, vediamo come l’inserimento dei testi delle canzoni sia un ulteriore passo avanti nella strategia, chiaramente concorrente a Facebook, di trattenere da parte di Google l’utente all’interno delle proprie property per poterlo tracciare e servire al meglio.
L’ultimo elemento di sorpresa in questa notizia è però la pagina su cui atterra l’utente che cerca il testo di una canzone: si tratta di una pagina con una call to action molto ben definita e tesa a suggerire il download di tale canzone su Google Play. E’ evidente che si possa concludere che Google non solo intenda sempre più offrire contenuti ma anche valorizzarli all’interno delle proprie attività commerciali e legate a business che, pur apparendo superficiali, in realtà nascondono l’intento di entrare nel business di molti editori che anche nel nostro Paese hanno da sempre coperto l’area delle lyrics per poter vendere pubblicità ed altri servizi a valore aggiunto.