Oltre 15 milioni di professionisti italiani si sono in questi anni avvicinati a Linkedin sia come ambiente dove attivare delle relazioni professionali sia, in modo crescente, come luogo dove reperire notizie, dati ed informazioni.
In questa prospettiva, da un’accezione passiva del personal branding, di cura della propria presenza online, si è accostata una visione dell’uso di LinkedIn come strumento di social selling e come ambiente dove accreditare le proprie competenze attraverso la condivisione e la pubblicazione di contenuti rilevanti per il proprio target commerciale.
Si tratta di un’adozione attiva della piattaforma, funzionale a sviluppare il proprio business grazie a vere e proprie strategie di content marketing per definire il proprio mercato sulla base dello sviluppo di un piano editoriale.
Per questo motivo, individuare i temi di cui più si parla nel proprio network è utile sia per reperire informazioni da commentare e condividere sia per comprendere su quali temi spendere la propria competenza e pubblicare post ed articoli: seguire hashtag rilevanti per la propria attività – una funzionalità che LinkedIn ha recentemente mutuato da Twitter – è dunque il primo passo da mettere in campo.
Le Pagine – non i Profili – hanno poi un’arma in più: la possibilità di filtrare per temi i “Suggerimenti di Contenuti” ovvero gli articoli che in questo momento stanno riscuotendo maggior intesse e più elevato consenso da parte di un target ben definibile sul piano geografico e semantico. Si tratta di un’innovazione da parte del social network che lo rende ancor più interessante come luogo dove attivare conversazioni e sviluppare al meglio relazioni e contatti.
LinkedIn serve per fare un appuntamento in più non un appuntamento in meno: questa cautela richiede dedicare un tempo quotidiano e costante alla sua frequentazione, ma anche il giusto valore sia nella scelta e nella pubblicazione dei contenuti sia nella qualità dei commenti che preludono alla richiesta di un contatto o al consolidamento di una relazione.