L’evoluzione della tecnologia ha radicalmente cambiato il modo con il quale ci informiamo e gioco forza il modo con cui ci formiamo sia all’interno del percorso scolastico che, successivamente, in un approccio alla formazione continua giorno dopo giorno più necessaria a seguito dell’accelerazione con cui il cambiamento erode competenze, mansioni e posti di lavoro.
Per questo motivo è importante osservare alla tecnologia dal punto di vista delle soft skills che sarà necessario trasmettere agli studenti di domani a seguito di un contesto mutato, di nuove opportunità disponibili e di nuovi rischi che potranno essere corsi. Eccone alcune:
- Saper cercare, avvalendosi dei motori di ricerca generalisti e verticali (es. Google Scholar);
- Saper fare “curation” dei contenuti per sviluppare in tal modo la capacità critica di avvalersi di dati ed informazioni e tradurli in spiegazioni coerenti di ciò che è stato compreso. In questo senso risulteranno utili piattaforme come Pinterest, Medium, Storify, Evernote, Adobe Sketch e Microsoft Sway;
- Saper collaborare all’interno di community, anche virtuali, per mettere in pratica l'”intelligenza sociale” ovvero un talento sempre più necessario in un mercato del lavoro complesso e tale da richiedere la sensibilità all’interazione fra figure e competenze diverse. Validi già oggi sono in questo senso strumenti come Slack, Dropbox, Google Drive, Bit.ly, Wikispaces e Sharetable;
- Saper valutare l’attendibilità delle informazioni con uno spirito critico affinato a seguito dell’uso della Rete e delle sue fonti;
- Sviluppare una capacità di concentrazione in grado di far vivere la multimedialità come una risorsa e non come una causa di distrazione. Gli studenti del futuro vivranno infatti immersi nella prospettiva dei “5 screen”: wearable tech, mobile tech, production tech, visualization tech e presentation tech;
- Sfruttare i materiali formativi, sempre più liberi e disponibili in Rete anche a seguito dell’estensione dei corsi online come Udemy, Khan Academy e Coursera;
- Avvicinare gli studenti alle tecniche ed agli strumenti del movimento makers, dalle stampanti in 3D alla conoscenza di Arduino e degli spazi che potrà aprire per programmare gli oggetti fisici;
- Formare persone in grado di perseguire carriere da free lance e startupper anche grazie all’educazione al risparmio;
- Saper apprendere in ambienti formativi improntati al bilinguismo ed alla diversità culturale.
In quest’ottica, è lecito – ed auspicabile – attenderci che cambieranno i luoghi della didattica e le classi scolastiche dovranno migliorare per risultare più confortevoli, più connesse, più flessibili rispetto alla metodologia che verrà di volta in volta adottata, più capaci di facilitare il lavoro di gruppo, meno organizzate attorno alla distinzione fra docente e discenti, più capaci di favorire la personalizzazione dell’apprendimento anziché la realizzazione di un programma grazie a tecniche automatizzate di correzione e valutazione delle verifiche di apprendimento.
Se poi le classi saranno – e in che misura – “paperless” e più atte ed ospitare la metodologia delle “flipped classrooms” che vedranno nella lezione workshop a valle della visione e della lettura di contributi digitali (da conoscere Camtasia come tool di screencasting e Edmodo come ambiente per la creazione di lezioni capovolte), questo dipenderà anche dalla evoluzione del sistema scolastico e delle risorse che il sistema avrà a disposizione.
Domani 29 giugno il sito Key4biz non sarà aggiornato. Le pubblicazioni riprenderanno regolarmente il 30 giugno.