Influencer marketing

Vorticidigitali. Come si ottiene un engagement con i (veri) influencer?

di Andrea Boscaro, fondatore di The Vortex |

La mappatura degli smart influencer richiede un approccio non solo tattico ma anche strategico che tratti la materia con strumenti nuovi capaci di assegnare valore al coinvolgimento delle persone e al loro rapporto con i follower. 

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Un tempo c’erano i dialer, poi sono arrivati gli spammer e gli arbitraggisti che acquistavano traffico su Google per veicolare risultati provenienti da Yahoo ed infine è arrivato Fuelgram.

Vi siete mai chiesti come abbiano fatto alcuni vostri post su Instagram ad essere trovati, apprezzati e commentati da sconosciuti, eppur esistenti account, non troll o utenti fake, ma vere e proprie persone che però, per ragioni geografiche o semantiche, difficilmente potrebbero reperire o trovare interesse la foto o il video pubblicato.

A Febbraio l’account Viral Hippo, registrato da Buzzfeed, ha pubblicato la foto di un blocco di pietra ed ha dimostrato che gli innumerevoli like e commenti erano stati generati da un servizio a pagamento di nome Fuelgram grazie al quale utenti realmente esistenti avevano prodotto reazioni automatiche per guadagnare nuovi follower.

Gli utenti erano veri, ma i like no, le persone esistevano, ma l’engagement era finto.

Questi aspetti debbono portare a gettare uno sguardo all’influencer marketing meno volto alla moda dell’anno e più fondato a metriche sostenibili di relazione fra la marca e i consumatori: le celebrities possono essere degli eccellenti testimonial, ma non sono necessariamente degli influencer, soggetti che, in virtù della loro autenticità e della capacità di aggregare delle comunità più piccole, ma più specifiche, sono nelle condizioni di supportare al meglio le scelte di notorietà e fiducia attorno ad una marca ed un prodotto.

Del resto, la stessa evoluzione dell’algoritmo di Instagram ha portato a premiare account meno seguiti – tra i 2 mila e i 10 mila follower – ad avere un engagement rate doppi e tripli rispetto a coloro che sono percepiti come i grandi protagonisti del social network.

La mappatura degli smart influencer richiede un approccio non solo tattico – ricorrendo ad essi con l’approccio consentito dalle tante piattaforme di influencer marketing – ma anche strategico e necessariamente prodotto da un ecosistema che tratti la materia con strumenti nuovi e con KPI più capaci di assegnare valore al coinvolgimento delle persone e al loro rapporto con i follower.

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