L’assimilazione fra Internet e social media che sempre più sta riguardando l’evoluzione della Rete sta portando, tra i diversi effetti a cui assistiamo, al progressivo ruolo dei consumatori come veri diffusori dei valori di una marca, brand ambassador la cui sollecitazione può tradursi nella chiave di successo di un prodotto o di una campagna. In questo, l’autenticità del progetto è determinante così come il coinvolgimento di snodi relazionali quali sono ormai diventati gli influencer all’interno delle piattaforme su cui sono più attivi.
Ma quali sono i passi fondamentali nella costruzione di un’attività tesa ad acquisire leadership presso il proprio mercato di riferimento?
Innanzitutto deve essere praticato un processo di sotto-rappresentazione del brand – Francesco Ianneo la chiama “diversione” – così da poter mettere in evidenza l’idea creativa e la meccanica di ingaggio dell’utente: le iniziative di maggior successo, come #icebucketchallenge, partono proprio da qui.
Successivamente è necessario che il progetto si concentri su un aspetto della vita delle persone che sia coinvolgente e significativo così da riuscire a destare attenzione, curiosità, sostegno, sogno. La campagna che la città di Bucarest ha nel passato condotto per sottolineare le proprie differenze, soprattutto agli occhi dei turisti non europei, con Budapest, ha saputo scuotere i propri concittadini rendendoli partecipi di un’attività ad ampio respiro.
Tale aspetto deve poi essere sposato con convinzione dal brand quasi che stesse sposando una causa: #mollotutto, una operazione di successo di Appleton, aveva questa caratteristica così da poter massimizzare la visibilità e fare curation dei contributi condivisi dagli utenti.
A quel punto, come ogni attività digital anche un progetto di digital pr dovrà sapere far leva sulla misurazione dei dati e sulla relativa opportunità di ottimizzazione.