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Vorticidigitali. Che differenza c’è fra l’algoritmo di Facebook e quello di Instagram?

Dallo scorso gennaio, Facebook ha variato il suo algoritmo con l’obiettivo di rendere il newsfeed più ricco di conversazioni, più vicino a ciò che accade attorno a noi e nei Gruppi a cui partecipiamo con maggior frequenza, con una maggiore attenzione ai contenuti video in diretta e – il nuovo aggiornamento della app lo ha dimostrato – alle Storie.

La (ulteriore) riduzione della visibilità oganica dei post delle Pagine si è dunque accompagnata ad un minor peso dato ai video on-demand, ai post pubblici, ai post da cui scaturiscono molti like, ma pochi commenti.

Anche Instagram ha nel tempo accostato al classico ordinamento cronologico decrescente alcuni segnali di popolarità:

I due algoritmi, come si vede, hanno in comune alcuni fattori come la “diversificazione” (che in Facebook si chiama “Weight”) e il fattore temporale che su Facebook è però stemperato dallo “Story Bumping” che ripropone post nella misura in cui continuano a generare interazioni, ma vi è una differenza sostanziale che merita di essere commentata.

Le tecniche di machine learning con le quali Instagram intuisce gli interessi e li soddisfa sovra-rappresentando contenuti simili nel newsfeed indica quanto una strategia dedicata ad Instagram richieda un approccio più simile al search marketing che al social networking tanto più da quando le conversazioni hanno il peso maggiore nell’algoritmo di Facebook.

Le due piattaforme tentano quindi di compensarsi per proporre un’esperienza completa agli utenti e raccontano dunque quanto debbano essere affrontate dalle imprese non solo con piani editoriali diversi, ma anche con logiche di marketing complementari: al netto del ruolo della pubblicità, Instagram è infatti un ambiente dove è possibile raggiungere nuovi utenti, Facebook il contesto dove fidelizzarli.

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