Qualche tempo fa ho avuto l’occasione di ascoltare un intervento di Mauro Berruto, ex allenatore di pallavolo, sull’importanza di innovare un’organizzazione grazie alla filosofia ed alla disciplina tipiche dello sport.
Allenarsi, sosteneva Berruto, consente di migliorarsi progressivamente concentrandosi sul proprio talento e sulle proprie debolezze.
Allo stesso modo, penso sia difficile affrontare al meglio le sfide del digitale senza introdurlo nella propria giornata:
- usando Google News Alert come propria rassegna stampa e scegliendo con cura le persone da seguire su Linkedin e Twitter;
- avvalendosi della funzione “vedi prima” su Facebook per far emergere i post delle persone che producono contenuti per me più interessanti;
- dedicando qualche minuto ogni giorno a costruire il proprio network e migliorare il personal brand.
Allenarsi però non basta per innovare un’organizzazione: serve “allenare” che, nel ragionamento di Berruto, significa studiare i propri concorrenti ed individuare i punti sui quali differenziarsi.
Facebook Audience Insights, Semrush, Google Analytics e molti altri strumenti sono eccellenti per condurre un’analisi comparata e permettere una crescita solida e sostenibile.
Essere una squadra significa però qualcosa di più: significa motivare e formare il team valorizzando le eccellenze e sostenendo la volontà di imparare da parte di tutto. Significa soprattutto cambiare la cultura dell’azienda affinchè non costituisca un ostacolo all’innovazione.
È del tutto evidente che lo studio dei casi e dei processi di digital transformation sia la migliore modalità per mettersi in discussione e trovare la strada da seguire, diversa per ciascuna delle aziende nelle quali lavoriamo.
