#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
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Una delle funzioni meno usate nella gestione di un sito dal punto di vista del web-marketing è l’analisi delle ricerche che vengono condotte all’interno della funzionalità di ricerca interna al sito.
Che si usi Google o che si usino altri strumenti, è sempre possibile tracciare quanto avviene grazie a Google Analytics in Impostazioni Vista > Monitoraggio Ricerca su Sito indicando quale parametro (keyword=, s=, …) viene utilizzato nell’URL per contraddistinguere una pagina di risultato di ricerca.
In questo modo, Google Analytics restituisce le ricerche condotte e il comportamento successivo dell’utente così da aiutarci a comprendere la capacità del sito di soddisfare il bisogno informativo del target e il rendimento delle pagine mostrate sotto il profilo dell’usabilità e della qualità della proposizione commerciale.
L’analisi delle “query strings” (ovvero delle ricerche interne al sito) ha poi il vantaggio di aiutarci ad analizzare:
– le keyword che vengono utilizzate per esprimere l’intento che l’utente esprime con eventuali espressioni meno precise e meno tecniche di quelle che noi avremmo adottato, i possibili errori di digitazione, altre informazioni utili per conoscere meglio il target;
– fraseologie che potrebbero essere adottate in sede di ottimizzazione SEO delle pagine;
– bisogni che il sito non è commercialmente attrezzato per soddisfare e che potrebbero pertanto dare lo spunto per una estensione del catalogo o per migliori correlazioni a livello di prodotto;
– aree di ricerca per il quale il sito non è attrezzato a trovare risposte per lacune della funzionalità di ricerca e per le quali è opportuno valutare soluzioni avanzate di suggerimento in sede di digitazione della ricerca, correzione automatica degli errori ed infine tecniche avanzate di ranking.
Un’area di grande interesse, soprattutto nel mondo del commercio elettronico, è infatti data dal behavioral ranking che tiene in considerazione sia fattori oggettivi (offerte più apprezzate) sia fattori soggettivi e basati sull’utente per ordinare in modo differenziato i risultati di ricerca così da massimizzare l’utilità per l’utente e per il sito stesso.
La ricerca interna, uno strumento essenziale per chi gestisce database consistenti di informazioni, ma utile per tutti per conoscere meglio il proprio target e le modalità con cui questo si avvicina alla nostra offerta.
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