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Volkswagen, con 10.752 auto vendute in Italia sorpassa la Fiat

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Per la prima volta nella storia del monitoraggio dei dati di mercato nel nostro Paese, risalente al 1928, Volkswagen ha infatti conquistato la posizione di vertice nelle classifiche di vendita, superando la storica azienda torinese.

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In Italia non era mai successo. Il gruppo tedesco è la più grande società europea

Fiat e Volkswagen: l’eterna lotta per essere prima nelle vendite in Italia. Ebbene, nel mese di dicembre 2023 la Fiat ha ceduto il primato di marca automobilistica più venduta in Italia. Per la prima volta nella storia del monitoraggio dei dati di mercato nel nostro Paese, risalente al 1928, Volkswagen ha infatti conquistato la posizione di vertice nelle classifiche di vendita, superando la storica azienda torinese.

Le statistiche del ministero dei Trasporti indicano che, nel dicembre 2023, sono state registrate 10.523 immatricolazioni per il marchio automobilistico torinese, in confronto alle 10.752 della concorrente tedesca. Nonostante ciò, la Fiat rimane in testa per l’intero anno con 174.580 unità vendute, rispetto alle 122.794 di Volkswagen. Per ora il sorpasso è risicato, 220 vetture Volkswagen vendute in più rispetto a Fiat, ma è una spia d’allarme che avverte che il declino delle automobili made in Italy sia ormai inarrestabile, infatti il 2024 è il diciassettesimo anno consecutivo di utilizzo (a singhiozzo) della cassa integrazione nello stabilimento di Mirafiori.

Chi vince la battaglia tra Fiat e Volkswagen

Destino diverso per la Volkswagen, prima nella classifica delle 10 più grandi società europee. Una top 10 dove non figura nessuna società italiana. Anzi, sì, una, la Exor della famiglia Agnelli, che però ha sede legale in Olanda. Quindi, più corretto: nella classifica delle 10 più grandi società europee nessuna ha sede legale in Italia. Il risultato è che la più grande società del Continente è tedesca, la seconda è britannica (anche se Londra non è nella Ue) e la terza olandese.

A guardare la classifica sopra si notano altri particolari. Non solo che la più grande società del Continente è la Volkswagen, ma anche he la più grande società telefonica europea è tedesca, la Deutsche Telekom, in decima posizione nella classifica generale. Ma anche che la Germania, nel settore automotive, piazza ben due società, la già citata Volkswagen e la Daimler, quarta nella classifica generale. Infine, altro particolare, la più grande società assicurativa d’Europa è… tedesca: Allianz. In pratica nelle classifica delle prime 10 società europee, Berlino ne piazza 4, la Gran Bretagna e la Svizzera 1 sola, Francia e Olanda 2. Ovviamente Olanda e Svizzera sono sedi di grandi imprese anche perché lì trovano condizioni operative migliori e non solo fiscali. Exor della famiglia Agnelli, che controlla, tra le altre cose, la Fca (ex Fiat), ha trasferito la propria sede legale in Olanda anche per approfittare della possibilità del cosiddetto “voto multiplo” degli azionisti nelle assemblee dei soci.

La classifica europea in base al fatturato

Passiamo adesso ai numeri. Volkswagen, come detto, è la più grande società europea e fattura ogni anno (in questo caso i dati sono del 2021 perché alcune società hanno la chiusura del bilancio non al 31 dicembre di ogni anno ma in primavera) 253,97 miliardi di dollari. Per dare un’idea di quanti siano 254 miliardi di dollari basti dire che è (circa) la metà degli incassi fiscali italiani in un anno.

Il petrolio in seconda posizione con la britannica BP

Seconda in classifica è la britannica BP che fattura 183,5 miliardi di dollari. E’ una società petrolifera (simile alla nostra Eni, per intenderci, che però non è nella classifica generale delle prime 10 società europee per fatturato e nemmeno nella classifica delle prime 15). In terza posizione un’altra società petrolifera, l’olandese Royal Dutch Shell con 183,2 miliardi di dollari di fatturato. Poi viene Daimler, sempre settore automobilistico, naturalmente, e sempre tedesca, con 175,83 miliardi.

La più grande società svizzera

Glencore è una società con sede a Baar, ed è abbastanza sconosciuta al grande pubblico. In effetti non ha una grande storia alle spalle: è stata fondata “solo” nel 1974 da Marc Rich (nomen omen) ed è la più grande società al mondo di commercio di materie prime. Ha miniere in tutto il mondo, produce gas naturale, petrolio, prodotti agricoli e possiede centinaia di siti per la lavorazione del cibo. Glencore è presente anche in Italia: controlla, infatti, la Portovesme Srl che produce piombo e zinco. Come ha fatto Glencore a diventare la più grande società del proprio settore in così poco tempo? La società è cresciuta molto velocemente grazie soprattutto comprando petrolio dall’Iran (che nel 1979 aveva sequestrato dei cittadini americani nell’ambasciata Usa) e dalla Libia di Gheddafi (che era sotto embargo americano) rivendendolo al Sudafrica.

Exor, italiana ma non troppo

Il fatturato della (diciamo) “italiana” Exor della famiglia Agnelli è di 136,19 miliardi di dollari che le permette di posizionarsi al sesto posto tra le più grandi aziende europee. Ma perché la Exor ha sede legale in Olanda? E’ successo nel 2018 e la ragione principale è stata quella di semplificare la struttura azionaria e permettere ad Exor di creare una holding unica per tutte le sue partecipazioni, semplificando la governance del gruppo e facilitando eventuali acquisizioni future. Inoltre, l’Olanda offre un sistema fiscale e giuridico favorevole per le società che operano a livello internazionale, ma società continua a pagare le tasse in Italia e negli altri paesi in cui opera.

Le più importanti partecipazioni di Exor

A parte Fiat Chrysler Automobiles (Fca), della quale detiene il 29,4%, Exor possiede anche il 26,9% di Cnh Industrial, che produce veicoli industriali, macchine agricole e da costruzione; il 63,8% della Juventus; il 100% di PartnerRe, una compagnia di assicurazioni e riassicurazioni e il 43,4% di The Economist Group che pubblica la rivista The Economist. Sempre in Italia la società controlla anche Gedi, società editrice di Repubblica- L’Espresso.

I dati si riferiscono al: 2024

Fonte: Bilanci aziendali

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