Si è tenuto in data odierna l’incontro con le OOSS e le RSU aziendali per proseguire il confronto per la ridefinizione del modello operativo e la conseguente gestione del perimetro organizzativo pari a 1.000 efficienze.
Alla luce della strutturale trasformazione del mercato e del continuo calo dei prezzi, guidato da una straordinaria pressione competitiva, Vodafone conferma la necessità di avviare una profonda trasformazione del suo modello operativo per continuare ad investire e a competere in modo sostenibile.
L’azienda ha pertanto proposto alle OOSS di avviare un confronto sulla ricerca di strumenti condivisi che consentano di trovare soluzioni concrete per la gestione delle efficienze dichiarate.
Da parte del Sindacato si è registrata disponibilità a proseguire il dialogo nell’ambito di un più ampio confronto con le Istituzioni.
Vodafone, prendendone atto, conferma la propria disponibilità a mantenere aperto il confronto e valuterà le azioni più appropriate per raggiungere gli obiettivi di efficienza attraverso soluzioni sostenibili per tutte le persone e per l’azienda.
Sindacati, appello al Governo: subito confronto sulla crisi del settore
Dal canto loro, le segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, il coordinamento Rsu confermano l’incontro con i vertici dell’azienda Vodafone Italia per proseguire il confronto relativo allo scorso incontro in cui l’azienda ha dichiarato la necessità di gestire 1000 esuberi.
L’azienda Vodafone Italia ha declinato per area di appartenenza lo spaccato dettagliato delle numeriche delle eccedenze.
Consumer 125 esuberi su 516 addetti
Business 37 esuberi su 731 addetti
Customer 550 esuberi su 1620 addetti
Network 173 esuberi su 1074.
Digital/IT non presenta eccedenze, su 401 addetti
Staff 115 esuberi su 626 addetti.
VBTS e Divisione Global nessuna eccedenza
Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni hanno ribadito quanto sostenuto lo scorso 13 marzo che non può essere il mero confronto in sede aziendale la soluzione a problemi atavici ben più strutturali.
Serve un chiaro e netto capovolgimento del paradigma, non saranno accordi estemporanei “azienda per azienda” a trovare soluzioni a fattori esogeni ed endogeni di un settore in crisi di ricavi e margini costante da oltre un decennio, nonostante la crescente domanda.
La riduzione dell’occupazione non è la leva esclusiva per rispondere ad una contrazione dei ricavi. Serve un confronto più ampio e complessivo del settore delle telecomunicazioni, chiamando a responsabilità il Governo, per traguardare un modello industriale che superi la condizione di continua sofferenza.
Parlare di “esuberi” nel momento in cui Vodafone ricorre ad esternalizzazioni delle attività tramite consulenze e/o appalti, spesso anche fuori dal settore tlc, risulta poco comprensibile.
È tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, non può essere il solo confronto tra le aziende del settore ed il sindacato confederale a trovare le risposte per un settore che paradossalmente vede crescere la domanda di connettività e servizi (+300%) ed al contempo affronta una contrazione dei ricavi di 15 miliardi negli ultimi dieci anni.
Servono soluzioni strutturali, con interventi concreti del Governo a tutela e sostegno di un asset strategico per il sistema paese e per la difesa dei perimetri occupazionali. In assenza di riscontri, di convocazioni imminenti da parte del Governo, la risposta non potrà che essere l’avvio di un percorso che, attraverso il coinvolgimento delle lavoratrici ed i lavoratori del comparto, metta in campo una lunga stagione di mobilitazione.