Acqua

Vodafone: l’Internet delle Cose contro lo spreco d’acqua in città

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Nasce la Cellular Internet of Things, o più semplicemente CIoT, grazie alla partnership tra il Gruppo Vodafone e la danese Kamstrup. Obiettivo: permettere ai consumatori di controllare i consumi idrici direttamente sullo smartphone e in tempo reale per ridurre perdite e sprechi.

Gli italiani consumano 250 litri di acqua al giorno, più di ogni altro in Europa. Un dato che dovrebbe farci riflettere sull’incoscienza che guida i nostri modelli di consumo delle risorse idriche (e non solo), proprio nel momento in cui cominciano a palesarsi gli effetti dei cambiamenti climatici e le conseguenze di un uso dissennato dell’acqua (vedi l’improvvisa siccità in California).

In tutto il mondo, ogni anno, il 30% dell’acqua potabile va sprecato a causa delle troppe perdite nel sistema di distribuzione dei centri urbani. La nuova partnership tra il Gruppo Vodafone e la danese Kamstrup ha l’obiettivo di facilitare il controllo delle risorse idriche urbane da parte dei cittadini e di rendere più semplice l’individuazione di eventuali perdite e sprechi a partire dall’utilizzo efficace dello smartphone.

Si tratta di una soluzione Cellular Internet of Things (CIoT), un’internet delle cose integrata alla rete mobile di Vodafone che consente al partner danese di interconnettere dispositivi tra loro (smart meters e smartphone) per un network wireless che permette ai consumatori e le stesse utilities di verificare in tempo reale i consumi idrici domestici.

In tema di risorse idriche e riduzione dei consumi, l’Europa in questi anni ha portato avanti il progetto “Leakcure”, acronimo inglese per “Intervention for curing pipeline leakage in urban water mains“, con l’obiettivo di testare un efficace smart water system adattato a recuperare annualmente risorse idriche per 9 miliardi di litri, a risparmiare energia per 3,1 milioni di chilowattore e ridurre la CO2 di 3700 tonnellate.

La tecnologia finanziata fino al 2014 con 1,6 milione di euro dall’Ue è in fase di test avanzata nel Regno Unito, per istituire partenariati locali e organizzare esperimenti sul campo, in attesa di essere estesa al resto dei Paesi Ue.

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