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Vodafone-Liberty, in ballo c’è il quad play

Media-Tlc

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Occhi puntati sulle trattative tra Vodafone e Liberty Global, confermate nei giorni scorsi dall’operatore tlc britannico che però ha escluso una possibile fusione tra le due aziende che, secondo alcuni osservatori, potrebbe portare alla nascita di una potente compagnia del valore di 100 miliardi di sterline.

Ma anche se si parla solo di una ‘combinazione di asset’ in funzione strategica, questo matrimonio avrà inevitabili ripercussioni su tutto il mercato europeo.

I colloqui con l’operatore via cavo americano sono ancora nella ‘fase iniziale‘ e, come ha precisato Vodafone, “non c’è certezza che verrà conclusa alcuna operazione”.

Così come ancora non c’è certezza su quali asset saranno coinvolti.

Liberty ha subito precisato di non aver alcun interesse per i business di Vodafone sui mercati emergenti dati i chiari vantaggi della combinazione delle proprie operazioni sulla linea fissa in Europa Occidentale con le attività sul mobile di Vodafone.

Gli asset di Vodafone nel Regno Unito, in Germania e Paesi Bassi sarebbero prontamente complementari ai servizi via cavo offerti da Liberty in questi Paesi (Virgin Media, UPC e Ziggo).

Questo permetterebbe alle due aziende di offrire servizi combinati di telecomunicazioni e televisione.

 

Il futuro è il quad play

Ma anche se la fusione viene esclusa, l’operazione accelera il consolidamento sul mercato europeo delle telecomunicazioni e dei media.

Secondo gli analisti di Barclays, “uno scambio di asset sarebbe più facilmente realizzabile di una fusione e avrebbe quindi maggiori possibilità di successo“.

Leader europeo del mobile, Vodafone ha potenti avamposti nel Regno Unito, in Germania e nei Paesi Bassi.

In questi tre Paesi, Liberty, gruppo americano di proprietà del tycoon John Malone, è uno dei più grandi player del cavo.

L’unione tra i due gruppi darebbe vita a uno dei più solidi attori nelle offerte quad play: linea fissa e mobile, internet e Tv.

E il mercato europeo sarà presto dominato proprio da servizi di questo tipo, con sempre più contenuti creati ad hoc per la banda larga.

I broadcaster e le telco lo sanno bene.

Non a caso ieri Mediaset ha annunciato la virata verso il quad play.

Una sfida questa che il Ceo di Vodafone Vittorio Colao vuole raccogliere come si evince dalal sua dichiarazione: “Se l’Europa fosse una, con un unico sistema giuridico e regolatorio ci sarebbe posto per 4 player. La mia ambizione è che Vodafone sia uno di questi”.

 

Così, mentre Vodafone non tralascia niente e punta anche sulla banda larga fissa in UK, gli esperti del settore continuano a ipotizzare quali conseguenze potrebbe determinare l’alleanza con Liberty.

 

Le ipotesi in campo

Secondo gli analisti lo scenario più ovvio sarebbe quello di uno scambio di asset in Germania e nel Regno Unito. In questo caso Vodafone potrebbe prendere il controllo delle attività di Liberty in Germania, unendole alla sua divisione mobile tedesca.

Come controparte, il gruppo di Malone otterrebbe il terzo operatore mobile del Regno Unito che combinerebbe con la sua azienda britannica Virgin Media, attiva sul mercato del web e della televisione.

Siamo ovviamente ancora sul piano delle ipotesi, ma se Vodafone cedesse a Liberty anche gli asset olandesi ci sarebbe uno scambio di attività per un valore più o meno equivalente che secondo gli analisti di RBC Capital Markets sarebbe pari a 14-18 miliardi di euro.

Possibile anche il contrario. Vale a dire che Vodafone prenda in consegna gli asset di Liberty nel Regno Unito e nei Paesi Bassi, cedendo all’azienda americana la divisione tedesca. In questo caso, Vodafone dovrebbe staccare un assegno, considerata la valutazione combinata della divisione britannica e olandese, di 45 miliardi di euro (sempre secondo RBC).

Risparmi per 18 miliardi di euro

Qualunque sarà la combinazione scelta da Colao e Malone, per Barclays il risultato sarà la nascita di una NewCo più potente.

Potranno investire di più e offrire servizi quad play “di qualità migliore” cosa che gli consentirebbe di aumentare le entrate generate da ciascuno cliente.

I risparmi di questa concentrazione, sia in termini di investimenti che di costi operativi, saranno notevoli. Barclays li valuta in 18 miliardi di euro.

I negoziati saranno tuttavia difficili, sottolinea RBC, in particolare per quanto riguarda gli asset tedeschi.

E’ infatti in Germania che si trovano le sinergie più significative in caso di fusione delle due divisioni.

Altro vantaggio: alcune controllate delle due aziende sono in deficit, per cui un’operazione di ‘unione’ permetterebbe di sanarne i bilanci. Per Barclays questa è una delle chiavi di questa operazione.

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