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Convegno Asati. Marco Patuano: “Vodafone? E’ il nostro miglior cliente e vogliamo servirlo con qualità”

Marco Patuano

Marco Patuano

Vodafone per Telecom Italia è un cliente o un concorrente?

E’ questa la domanda che Marco Patuano pone alla platea del convegno organizzato dai piccoli azionisti di Asati. La risposta è presto detta: “Vodafone – dice Patuano – è un cliente. Basta. È anche un concorrente ma è soprattutto un cliente e – come anche Fastweb o Wind – ci dà 5 o 6 volte il fatturato del migliore cliente privato che abbiamo”.

Ed è per questo, aggiunge l’ad di Telecom Italia, “non mi sembra strano che voglia essere servito con qualità e non deve essere l’authority a richiamarmi a garantire un servizio di qualità ma il buon senso comune dell’imprenditore che vende infrastrutture di rete”.

Patuano lo definisce un passaggio epocale e poi si chiede, ironicamente ma non troppo: “è meglio costruire una fibra e lasciarla invenduta o costruire una fibra e averla venduta wholesale da Vodafone e da Infostrada? È certo che è meglio la seconda anche se poi ai miei colleghi del retail gli dò del ciula”.

Ma ciò non vuol dire che se un consumatore sceglie Vodafone “noi Vodafone la dobbiamo servire  peggio…il cliente va servito benissimo e con una organizzazione dedicata il cui obiettivo sia quello delle infrastrutture non del retail”.

Le telco e l’Internet delle Cose

L’intervento al Convegno di Marco Patuano si è quindi incentrato sull’evoluzione del ruolo degli operatori telefonici, passati dall’offrire servizi di comunicazione ai servizi di connettività. E in futuro, quando sbarcheranno in rete miliardi di oggetti e sensori connessi fra loro – il cosiddetto ‘Internet delle Cose’ saranno “sempre più ‘abilitatori’ di connettività in un ambiente che tende alla softwarizzazione”.

“Che ci piaccia o no, il mondo sta andando nella direzione dell’iper-connettività ed è qui che sta il profitto del futuro, è per questo che facciamo il 4G e la fibra”, ha detto Patuano, sottolineando che il senso della realizzazione di una rete in fibra capillare è quello di  creare i presupposti per il 5G e le reti sensoriali e per tutto quello che verrà dopo.

Abbiamo speso decenni a cercare di pensare al futuro prossimo, ha detto ancora e “…Molto probabilmente – ha detto ancora – una parte della maniera in cui monetizzeremo questa rete capillare ancora non la conosciamo ma ciò non di meno non dobbiamo aver paura di creare il futuro non prossimo”.

Brasile

“Al di là delle speculazioni, Brasile sì Brasile no, per far sì che l’azienda vada bene bisogna continuare ad investire e non aver paura del ciclo negativo”, ha detto ancora Patuano, sottolineando che in questo momento la macroeconomia brasiliana sta vivendo un ciclo negativo. Telecom, in quanto investitore di lungo termine sa che dopo 12 anni di ciclo positivo è, appunto, un ciclo e che Tim Brasil “deve affrontare quello che la Ue ha affrontato alcuni anni fa in termini di taglio delle tariffe di terminazione, il 3G e il 4G, la riduzione di alcuni ricavi di ‘famiglie’ di tlc”.

Credo che al di la di ogni speculazione, ha detto quindi Patuano, “la prima preoccupazione è che dobbiamo trasferire su Tim la nostra esperienza europea: far sì che l’azienda vada bene continuando a investire. Non bisogna aver paura di un ciclo economico negativo, bisogna investire, creare infrastrutture, reti. Parliamo di un paese di 210 milioni di persone con un’età media di 27 anni. Potete immaginare la fame di internet”, ha concluso.

ENEL

A margine del convegno ha quindi parlato dei rapporti con Enel, spiegando di aver avuto varie interlocuzioni con Enel e con l’ad Francesco Starace.

“Ci sono aree – ha detto – in cui è altamente probabile che la loro rete sia meno costosa, altre in cui sarà più costosa perché lì noi possediamo l’infrastruttura”.

“La vera differenza è possedere componenti di infrastrutture che possano essere utilizzate per realizzare la banda larga”.

Inwit

“Siamo in dirittura d’arrivo per gli inviti a partecipare alla manifestazione di interesse per Inwit” ha detto Patuano, sottolineando che l’obiettivo di Telecom è mantenere una quota del 15-20%  “…che ci permette di avere un consigliere nell’entità nuova”.

Lo ha detto l’a.d. di Telecom Italia, Marco Patuano, a margine del convegno Asati in merito alla cessione di una quota del 60% detenuta in Inwit. ha concluso Patuano.

Vivendi

Il fatto che “un’azienda che ha comprato il 20%” di Telecom entri nel Cda è un esempio “di buona governance e quindi sono assolutamente d’accordo” all’integrazione del cda, spiega Patuano a proposito della richiesta di Vivendi di avere 4 rappresentanti nel board della compagnia telefonica.

Dire che Vivendi sia dominante, ha aggiunto, “è un modo non corretto di porre il tema”.

“Ogni consigliere – ha concluso – è rappresentante di tutti gli azionisti e portatore di un pensiero”.

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