Per la mancata notifica da parte di Vivendi del cambio ai vertici di Tim, dopo la pronuncia della Consob che ravvede il controllo di fatto del gruppo francese sull’ex incumbent italiano, il governo italiano è sempre più orientato verso l’esercizio del golden power, i poteri speciali che gli permettono di intervenire nei settori strategici come le reti di telecomunicazioni. L’esercizio del golden power riguarderebbe Sparkle, l’azienda di Tim che controlla una rete di 560mila chilometri di cavi sottomarini, e Telsy, la società che garantisce la sicurezza dei telefoni delle figure istituzionali.
L’orientamento del governo è stato ribadito sabato dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda:“Andiamo verso un periodo in cui le relazioni economiche internazionali saranno più dure, e dunque l’Italia deve avere anche la capacità di essere assertiva quando deve difendere le proprie posizioni. Questo vale quando applichiamo finalmente, per la prima volta, il golden power, e quando a Bruxelles difendiamo il principio per cui non si possono indebolire gli strumenti anti dumping per fare un favore alla Cina”.
Dal canto suo, Vivendi resta ferma sulle sue posizioni, ovvero continua a sostenere di non esercitare un controllo di fatto su Tim. Ma venerdì il gruppo di Vincent Bollorè, che detiene il 23,9% di Tim, ha fatto un gesto distensivo nei confronti del Governo, notificando a Palazzo Chigi che intende ottemperare a quanto previsto dall’articolo 1 del decreto del 15 marzo 2012 (quella che attribuisce il golden power al governo) che regola appunto gli investimenti stranieri nel campo della difesa e della sicurezza nazionale.
Il governo ha 15 giorni per rispondere alla notifica di Vivendi, prorogabili di altri 10 giorni in caso di richiesta di integrazione dei documenti.
Vivendi andrebbe incontro ad una multa di circa 300 milioni di euro se fosse confermata la mancata notifica del controllo di Tim a fine luglio, e il Governo italiano potrebbe esercitare il diritto di veto sugli asset considerati strategici per la difesa e la sicurezza nazionale.
Intanto, il tempo stringe e il comitato che a Palazzo Chigi sta studiando il golden power si riunirà il 25 settembre prossimo per decidere se sanzionare o meno Vivendi per la mancata notifica del controllo di fatto su Tim, come sostiene la Consob.
Nel contempo, dietro le quinte, proseguono i negoziati fra le parti per trovare un compromesso. Secondo il Sole 24 Ore, ci sarebbe sul tavolo l’ipotesi dell’esecutivo italiano, per la scissione di Tim in due entità (Tim Servizi e Tim Rete). In Tim Rete confluirebbero anche Sparkle e Telsy ed entrerebbe con una quota di controllo la Cassa Depositi e Prestiti. Ma il nodo centrale resta la valutazione della rete Tim, che secondo l’azienda ha un valore di circa 15 miliardi mentre per lo Stato varrebbe assai meno. Vivendi sarebbe probabilmente disposta a cedere la rete, ma al giusto prezzo.
L’ipotesi di scissione di Tim piace al mercato mette le ali al titolo della compagnia italiana, che oggi in apertura di settimana mette a segno un incremento superiore al 3% in Borsa.
Le frizioni del Governo con Vivendi su Tim si intrecciano con l’altro fronte diplomatico e di business aperto con Parigi che riguarda il controllo dei cantieri Stx a Saint Nazaire, dopo il dietrofront del presidente Macron sul ruolo di maggioranza di Fincaniteri, in precedenza promesso al gruppo italiano da Francois Hollande.
Macron e Gentiloni, che si è già detto favorevole all’esercizio del golden power, si incontreranno il 27 settembre a Lione per trovare un compromesso sui cantieri Saint Nazaire e sul ruolo di Fincantieri. Secondo diverse fonti, un accordo sui cantieri Stx favorevole all’Italia contribuirebbe ad allentare il pressing del governo italiano su Vivendi per le sue partecipazioni in Tim e Mediaset.
Resta da capire se il Governo italiano intende procedere con l’esercizi del golden power prima del summit sui cantieri Stx del 27 settembre oppure se sceglierà di riservarsi una decisione finale in base all’esito del confronto.