Il Governo è pronto ad esercitare la golden power sulla rete sottomarina di Sparkle, per tutelare gli interessi di Tim. A confermare l’orientamento di Palazzo Chigi è Paolo Gentiloni, che ieri in occasione dell’audizione al Copasir, secondo quanto riferito da Repubblica, ha detto che “il governo userà tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per tutelare la rete internazionale Sparkle che fa capo a Telecom Italia e che ha un valore strategico.” Un messaggio chiaro e forte a Vivendi, che a questo punto è al lavoro per trovare una soluzione e presentare a Palazzo Chigi una notifica sull’influenza che esercita su Tim (ma non il controllo) in qualità di primo azionista con il 23,9% dell’operatore italiano.
Sparkle quindi è considerata strategica per gli interessi nazionali e Gentiloni, come confermato da Reuters, lo ha ribadito ieri orientando così, anticipandole di fatto, le conclusioni attese per la prossima settimana dei lavori in corso del comitato per il golden power, istituito dal Mise per verificare se i recenti cambiamenti di governance in Tim siano configurabili appunto come un cambio di controllo e quindi richiedano la notifica al governo.
Vivendi nega di esercitare un controllo di fatto su Tim, non essendo la sua partecipazione sufficiente a “esercitare in modo stabile un’influenza dominante nelle assemblee” dell’operatore italiano.
Secondo fonti finanziarie, la notifica – nella quale il gruppo francese non parlerebbe ovviamente di ‘controllo’ diretto – potrebbe evitare l’inasprimento del confronto con il governo e anche procedimenti che potrebbero portare a multe o sanzioni.
Sotto il faro di Palazzo Chigi la comunicazione di Vivendi a fine marzo alla Commissione Ue dell’ipotesi di “controllo de facto” di Tim, e l’avvio della “direzione e coordinamento” (semplice “cambio di governance”, ma non di “controllo” secondo gli avvocati di Telecom Italia) il 4 agosto da parte del gruppo francese sull’azienda italiana.
La querelle del Governo con Vivendi intorno alla rete di Tim e Sparkle si intreccia con l’altro fronte caldo aperto fra Italia e Francia, vale a dire quello dei cantieri Stx-Fincantieri. Un nuovo confronto fra Gentiloni e Macron è fissato a Lione il 27 settembre.
Una schiarita sui cantieri potrebbe contribuire ad ammorbidire la posizione del Governo sul fronte Vivendi-Tim ed è anche per questo che la nomina del nuovo amministratore delegato della compagnia di Tlc dovrebbe slittare a fine settembre, in attesa di verificare se il quadro dei rapporti diplomatici fra Roma e Parigi sarà meno teso.
Intanto, oggi si riunisce il consiglio dell’Agcom per discutere il piano si riunisce il piano presentato da Vivendi per ottemperare alla delibera dell’Autorità che impone di scendere sotto il 10% nelle controllate Mediaset o Tim.
Vivendi ha proposto di scendere sotto la soglia del 10% in Mediaset, con la creazione di un blind trust dove sterilizzare le quote eccedenti pari al 20% che detiene nel Biscione.
Vivendi ha tempo fino al 18 aprile 2018 per mettere in pratica i rimedi che saranno concordati con Agcom.
Nel frattempo, dopo il pressing del ministro del Mise Carlo Calenda e di Infratel sui ritardi nell’avvio dei lavori, Open Fiber ha fatto sapere che entro settembre partiranno i primi cantieri per la posa della rete in fibra nelle aree bianche oggetto del primo bando Infratel, vinto dalla società partecipata da Enel e Cdp.