I francesi di Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,75%, sul piede di guerra, mettono in chiaro chi comanda nella compagnia Tlc di casa nostra. In poche parole, il Ceo Arnaud De Puyfontaine, a margine della pubblicazione del bilancio 2022 su cui pesa come un macigno il deconsolidamento della quota in Tim, che affossa i conti della media company francese con perdite per 1,34 miliardi di euro (rispetto al rosso di 728 milioni di fine 2021), ha detto che le offerte attuali per la rete di Tim (NetCo) sono molto al di sotto il reale valore dell’asset.
“Le offerte presentate oggi, per quanto mi risulta, sono molto al di sotto del valore reale e del vero valore di Tim”, ha detto il numero uno di Vivendi.
De Puyfontaine liquida le due offerte di CDP-Macquarie e KKR
Poche parole con cui De Puyofontaine ha liquidato le offerte pressoché equivalenti di Cassa Depositi e Prestiti e Macquarie da un lato, e quella di KKR dall’altro. Entrambe le offerte valutano l’asset 18 miliardi di euro, debiti compresi, con quella di KKR che arriverebbe a 20 miliardi di euro includendo un meccanismo di earn out. Vivendi ha da tempo fissato il prezzo, che per la società di Vincent Bollorè non è inferiore a 31 miliardi.
“Non conosco i dettagli dell’offerta di Cdp e Macquarie, quindi non posso commentarla”, ha precisato poi De Puyfontaine.
“Se effettivamente è a condizioni variabili e al livello di valutazione che è stato fatto da KKR, mi sembra che sia completamente al di sotto degli obiettivi che Vivendi ha chiaramente indicato in termini di condizioni che le permetterebbero di essere in grado di sostenere un’operazione”, ha concluso.
Poche parole che segnano però la pietra tombale delle due offerte sul tavolo, almeno nella forma in cui sono state elaborate finora.
Vivendi in rosso a causa del deconsolidamento di Tim
Il gruppo francese dei media Vivendi ha registrato una perdita annuale attribuibile agli azionisti di 1,01 miliardi di euro, dovuta principalmente al deconsolidamento di Tim, dopo un utile di 24,69 miliardi di euro nel 2021.
La società parigina, il cui primo azionista è il miliardario Vincent Bollore, ha detto che la rettifica di valore delle azioni Tim ha portato a una perdita legata al deconsolidamento di 1,35 miliardi di euro nel 2022.
In conformità allo IAS 28, Vivendi ha registrato la differenza tra il valore contabile della sua partecipazione in Tim al 31 dicembre 2022 (0,5864 euro per azione) e il fair value calcolato sulla base del prezzo dell’azione a tale data (0,2163 euro per azione), dice la nota.
De Puyfontaine: Dopo deconsolidamento Vivendi azionista attivo
A questo punto, il deconsolidamento della quota di Tim dal bilancio di Vivendi significa che la società parigina “è ora in grado di poter giocare un ruolo di azionista attivo”, ha detto l’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine. Comunque sia Vivendi “non intende rientrare in consiglio”, preferisce mantenere le mani libere in questa fase calda di negoziazione.
Il deconsolidamento ha fatto seguito alle dimissioni dei due rappresentanti diretti – tra cui lo stesso de Puyfontaine, dal cda di Tim.
“Il fatto di aver deconsolidato Tim” significa che “ora siamo in grado di svolgere il ruolo di azionista attivo. Ora abbiamo la totale libertà… di difendere la giusta valutazione della partecipazione che abbiamo in questa società che, dal nostro punto di vista in termini di valore, ha un potenziale molto importante”.
L’obiettivo del gruppo è “determinare uno scenario con i prerequisiti in linea con la posizione strategica del nuovo stakeholder italiano (il governo, ndr) per costruire un mercato molto attrattivo delle telecomunicazioni nel paese e con quella di una compagnia che deve aprire un nuovo capitolo”.
La riunione del comitato parti correlare di Tim di domani per l’offerta di Cdp-Macquarie porterà ad un esito che quasi certamente verrà portato in un cda successivo a quello del 15 marzo.
Vivendi ha riportato una perdita di 1,01 miliardi nel 2022. In particolare il risultato include l’adeguamento a fair value della partecipazione in Tim.