Ultime schermaglie fra Mediaset e Vivendi oggi, a due giorni dall’udienza in programma venerdì 29 novembre al Tribunale di Milano, in cui si potrebbe mettere la parola fine (con una pietra tombale) alla lunga contesa legale che contrappone i due gruppi, nata nel luglio 2016 dopo la mancata acquisizione di Premium da parte del gruppo francese.
“In questi giorni Vivendi ha ricevuto segnali molto contrastanti da Mediaset sulla volontà di raggiungere un accordo. Vivendi è ed è sempre stata disponibile in buona fede a trovare una soluzione condivisa”. Lo ha detto una fonte vicina al dossier.
I francesi sperano “ancora che Mediaset farà una proposta equilibrata sulla vendita delle azioni di Vivendi e con garanzie per il pieno rispetto dei diritti degli azionisti di minoranza e i principi di base di ‘corporate governance’”.
Nei gironi scorsi, l’amministratore delegato di Mediaset Piersilvio Berlusconi si era detto “molto ottimista” sulla possibilità di chiudere un accordo con il gruppo di Vincent Bollorè, definito comunque un soggetto “molto oltre l’imprevedibile”.
“Se quello che abbiamo detto nella trattativa verrà mantenuto sono molto ottimista”, aveva proseguito Berlusconi. “Se loro sono lineari la distanza è ridotta al minimo”.
Ma oggi, dopo le dichiarazioni di Vivendi, a stretto giro è giunta la replica di Mediaset: “Non comprendiamo il senso di questa dichiarazione; è stata Vivendi a presentare a Mediaset tre proposte e una è stata scartata: sul tavolo ne restano due con le nostre controproposte. A questo punto la mano è già passata a Vivendi, come ben sanno”. Così fonti Mediaset replicano a quanto attribuito ad ambienti vicini a Vivendi secondo i quali il gruppo francese, seppure ancora volenteroso di raggiungere un accordo con la società della famiglia Berlusconi, ha avuto “segnali molto contrastanti e discordanti da Mediaset sulla volontà di raggiungere realmente” a un’intesa contenzioso che contrappone le due società. Nel merito, nei giorni scorsi Piersilvio Berlusconi aveva detto che per la nascita del gruppo televisivo paneuropeo MediaForEurope (Mfe) “La fusione è la strada più pratica ma se non sarà fusione troveremo altri modi” e “Noi andiamo avanti col nostro progetto ma ci dispiace che venga rallentato”.
Dal canto suo, Vivendi, che non è d’accordo sul progetto MediaForEurope (Mfe), sarebbe disponibile a cedere una quota del 20% detenuta in Mediaset (in mano alla fiduciaria Simon su disposizione dell’Agcom), mantenendo una quota del 9,9%. Le due parti stanno trattando sul prezzo.