La disputa fra Vivendi e Mediaset-Finivest per la mancata acquisizione di Premium prosegue ed è confermata l’udienza del 27 febbraio della causa civile al Tribunale di Milano, già rimandata a dicembre per proseguire i negoziati fra le parti. Lo ha confermato un portavoce di Mediaset, dopo che ieri sera l’amministratore delegato di Vivendi e presidente di Tim Arnaud De Puyfontaine ha ribadito, a margine della presentazione del bilancio annuale, che dietro le quinte continuano i negoziati tra le parti per arrivare ad un accordo stragiudiziale.
La richiesta danni di Vivendi-Mediaset per la mancata acquisizione e la successiva scalata definita “ostile” dal Biscione è di circa 3 miliardi di euro.
Bilancio Vivendi
Vivendi ha chiuso il 2017 con ricavi per 12,444 miliardi di euro, in aumento del 15% (+4,9% a perimetro costante), e un utile netto adjusted di 1,312 miliardi (+73,9%). I conti beneficiano dell’integrazione di Havas avvenuta a luglio. A perimetro costante il giro d’affari è migliorato del 4,9% rispetto al 2016.
A sostenere gli utili della società sono state Universal Music Group, l’avvio del processo di rilancio della pay tv Canal+ (che continua a perdere abbonati in Francia) e le partecipazioni detenute, fra cui il 24% in Tim e circa il 29% in Mediaset.
De Puyfontaine su Tim e Mediaset
Nel corso della presentazione dei dati Arnauld de Puyfontaine ha parlato anche dell’Italia. “Sono positivo sui colloqui in corso con il governo italiano sul golden power”, ha detto a proposito del confronto con il Governo su Tim – Credo che ci sia la possibilità per Tim” e Vivendi “di ottenere i benefici da una partnership strategica di lungo termine” ha aggiunto.
Per quanto riguarda la contesa con Mediaset, nata a luglio 2016 con il dietrofront su Premium e proseguita con la successiva scalata su Mediaset definita “ostile” dal Biscione, de Puyfontaine ha detto che: “La mediazione è in corso, speriamo dia risultati. Il nostro obiettivo rimane lo stesso, ovvero produrre e distribuire contenuti europei con portata globale”.
Insomma, l’obiettivo di Vivendi resta quello di creare un colosso multimediale europeo che possa respingere l’avanzata di Netflix & Co con la produzione di contenuti propri europei.
Ipotesi accordo in attesa della joint venture Tim-Canal+
Vedremo se si arriverà ad un accordo, del quale si parla da tempo, magari con l’ingresso di Mediaset nella joint venture fra Tim e Canal+, che peraltro ha dovuto segnare il passo e che deve passare al vaglio dei consiglieri indipendenti. Nella joint venture, finalizzata tra l’altro a spingere nuovi abbonamenti in fibra, potrebbe rientrare anche Mediaset, con una quota del 20%, a fronte di 460 milioni di contenuti per 460 milioni in cinque anni a Timvision. Vedremo.
Elezioni del 4 marzo
Una seconda data importante per capire come andrà finire il contenzioso fra Mediaset e Vivendi è quella del 4 marzo. Dalle elezioni secondo i sondaggi Silvio Berlusconi uscirà in ogni caso rafforzato, il che potrebbe influire sui rapporti di forza negoziale fra le parti dopo il tentativo di scalata del gruppo di Vincent Bollorè al Biscione.
Aut aut di Agcom, decisione entro il 19 aprile
Infine, una terza scadenza da segnare in agenda riguarda il 19 aprile, data entro cui Vivendi dovrà dire all’Agcom cosa intende fare per sanare la posizione dominante nel mercato dei media e delle telecomunicazioni riscontrata ad aprile 2017 dall’Autorità per la doppia partecipazione in Tim e Mediaset.
Entro quella data Vivendi, che considera Tim un investimento strategico di lungo termine, dovrebbe quindi comunicare formalmente (come già ipotizzato) la cessione di una quota vicina al 19% detenuta in Mediaset ad un blind trust, un fondo fiduciario, mantenendo così una partecipazione inferiore al 10% nel Biscione. Peraltro, Vivendi ha fatto ricorso al Tar contro la delibera dell’Autorità.
Tim, cda il 6 marzo
Sul binario parallelo della partecipazione in Tim, il prossimo appuntamento per Vivendi è fissato al 6 marzo con il Cda nel quale l’amministratore delegato Amos Genish presenterà il piano industriale 2018-2020 mentre il piano di scorporo della rete, annunciato nei giorni scorsi, sarà presentato all’Agcom dopo quella data.