Il conglomerato media Vivendi, già principale azionista di Telecom Italia con una quota del 15,5%, potrebbe già essersi ulteriormente rafforzato nel capitale del gruppo italiano, portando la sua partecipazione intorno al 20%.
L’operazione, da circa 1 miliardo di euro, secondo il quotidiano Les Echos “potrebbe essere già conclusa e dovrà essere dichiarata solo al superamento di determinate sogli importanti per la Borsa italiana”.
Vivendi, riporta il quotidiano transalpino, non avrebbe comunque intenzione di lanciare un’Opa sulla società italiana, sapendo che sarebbe una possibilità “troppo difficile da digerire”.
Doppia la valenza: finanziaria e strategica.
Quello in Telecom Italia è visto senza dubbio alcuno come un “buon investimento” e potrebbe esserlo ancora di più se venisse portata a termine sul mercato italiano la fusione tra Wind e 3 Italia, che allenterebbe la pressione competitiva sui prezzi.
Telecom Italia pesa in Borsa 20 miliardi di euro e conta nel mondo oltre 150 milioni di clienti: una base molto importante che potrebbe rafforzare la presa di Vivendi nella distribuzione dei contenuti. Tanto più che la convergenza telecom-media è considerata come uno dei principali trend di crescita e anche il presidente Telecom Giuseppe Recchi nei giorni scorsi ha ribadito l’intenzione di studiare possibilità di collaborazione, guardando al modello di alleanze già strette con Netflix, Sky e Mediaset. “Gli accordi che possiamo fare con Vivendi per la distribuzione di contenuti di qualità, sono eccezionali“, ha sottolineato Recchi.
Stamani, tuttavia, il presidente Recchi ha precisato di non aver discusso con Vivendi del possibile aumento della quota in mano ai francesi.
“Le operazioni degli azionisti riguardano loro e teniamo a separare i due livelli. Quando e ove dovesse accadere sarà comunicato al mercato”, ha detto Recchi a margine dell’incontro “Global trends in online safety: creating a national framework”.
Secondo l’analista Jérôme Bodin citato da Les Echos, Vivendi potrebbe anche “tentare la via della fusione” (opzione, questa che però si scontrerebbe inevitabilmente con Bruxelles), così da fare dell’Italia l’hub per l’espansione verso il ‘Sud’: “l’Africa, l’Europa meridionale e il Sud America”. Obiettivo, quello di diventare una potente media company con importanti ramificazioni soprattutto nell’Europa del Sud, ribadito dall’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine sia in occasione della presentazione dei dati di bilancio che al recente workshop di Cernobbio.