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Vivendi: dopo l’Italia punta alla Spagna. Obiettivo, convergenza media-tlc

L’operazione di Vivendi con Telefonica su Tim Brasil presenta risvolti molto interessanti. Comincia a essere sempre più chiara la strategia del presidente della media company francese, Vincent Bolloré, che vuole allargare la presenza del gruppo in Europa, specie quella del sud.

Il gruppo ha ceduto ieri sera, alla chiusura della borsa di New York, le 67,9 milioni di azioni privilegiate di Telefonica Brasil, ossia il 4% del capitale, per circa 877 milioni di dollari. Lo rende noto la stessa compagnia francese, azionista di riferimento di Telecom Italia con il 14,9% e volontà di arrivare al 22%. Questa operazione, sottolinea Vivendi, “è stata realizzata dopo aver convertito le azioni in American Depositary Receipts”.

Al termine di questa cessione e con lo scambio del 3,5% delle azioni privilegiate Telefonica Brasil in cambio dello 0,95% (46 milioni di azioni) di Telefonica, Vivendi completa il suo disimpegno bell’operatore tlc brasiliano ritenuto non strategico per il proprio core business.

Vivendi prende quindi una quota in Telefonica che a sua volta detiene l’11% di Mediaset Premium dopo aver acquistato dal Biscione il 22% della pay tv spagnola Digital+ per 365 milioni di euro. Una mossa con quale la telco spagnola ha rafforzato ulteriormente la propria presenza sul mercato della tv a pagamento.

Tempo fa si era parlato anche dalla volontà di Vivendi di acquistare la partecipazione di Telefonica in Premium, che poi si risolse in una nulla di fatto.

L’operatore tlc spagnolo sta da tempo investendo sui media sulla scia di quanto già fatto in Gran Bretagna da British Telecom che ha rivelato il crescente interesse delle telco per il mercato dei contenuti a pagamento, specie quelli calcistici.

La società ha inoltre lanciato un proprio servizio, Movistar Fusion Tv, segno di una presenza molto attiva anche sul mercato televisivo.

Ecco quindi che arriva Vivendi.

Nella nota diffusa ieri, Vivendi ha spiegato che l’entrata nell’operatore di tlc spagnolo “traduce la volontà del gruppo di impegnarsi ancora di più in Europa e di concludervi partnership strategiche”.

Intenzione quest’ultima che il gruppo francese ha espresso anche nei confronti di Telecom Italia.

In effetti gli operatori tlc sono alleati ideali per la distribuzione dei contenuti come dimostrano i tanti accordi commerciali conclusi negli ultimi tempi nel settore. Il più recente è proprio di ieri ed è tra Telecom Italia e Netflix.

L’operazione permette quindi a Vivendi di mettere piede in Spagna e avvicinarsi a Telefonica che da tempo si sta rafforzando nei contenuti.

Per i francesi un altro avvicinamento che permetterà di avere una nuova corsia preferenziale per la distribuzione dei contenuti delle sue controllate Canal+ e Universal Music.

La pay tv, dove Bolloré sta ridefinendo i vertici per avere un board più vicino alla propria strategia, investe 2 miliardi di euro l’anno nella produzione di contenuti e punta a una forte internazionalizzazione, con la creazione di fiction in formato export. Mentre Universal è già il leader mondiale del suo settore. Accanto a queste bisogna poi considerare anche la recente acquisizione del gioiellino francese Dailymotion, competitor, seppur minore, di YouTube.

Ma, si sa, il futuro dei media viaggerà sempre più sulla fibra ottica. Lo sa bene anche Bolloré che non a caso ha avviato un piano di avvicinamento agli operatori tlc. Una prova è l’ingresso in Telecom Italia e un’altra è anche quello in Telefonica, seppur con una partecipazione minore.

Bolloré è però noto per la sua modalità di azione, che prevede l’ingresso nelle nuove società quasi in punta di piedi per poi, una volta dentro, prendere maggiore forza.

Non a caso fonti vicine al presidente di Vivendi sull’opportunità di una salita anche in Telefonica hanno commentato: “Vedremo. L’importante era cogliere un’opportunità, mettere un piede dentro”.

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